ADHD e psicofarmaci: bambini diversamente attivi In America ci sono 13 milioni di bambini che fanno uso di psicofarmaci come Ritalin e affini, e numeri simili si stanno raggiungendo in paesi come la Germania, l’Inghilterra e la Francia. E in Italia? Corriamo anche noi il rischio di avere tra pochi anni una generazione di giovani adulti cresciuta a psicofarmaci? Fonte: Adamo & Eva - di Stefano Scoglio
Il 20 Novembre 2007 si è svolto a Roma un importante convegno sul tema, sempre
più scottante, dell’ADHD (Sindrome da deficit d’attenzione e iperattività), legato ai
problemi di iperattività e disattenzione nei bambini (Convegno “Bambini diversamente
attivi: patologia o risorsa?” Roma, Campidoglio 20 novembre 2007). Il Convegno,
organizzato in concomitanza con la Giornata Mondiale dell’Infanzia dall’associazione di
vigilanza farmacologica Giù le Mani dai Bambini, ha avuto un riscontro istituzionale
senza precedenti, essendosi svolto all’interno della prestigiosa Sala Giulio Cesare del
Campidoglio, con il patrocinio del Presidente del Parlamento Europeo, in
collaborazione con il Comune di Roma e l’Università La Sapienza, e i saluti del
Presidente della Repubblica, del Senato, della Camera e del Consiglio. Perché mi
dilungo tanto su questi aspetti istituzionali? Perché la partita della psico-
farmacologizzazione dei nostri bambini si gioca, anche e soprattutto, al livello
politico-istituzionale, e il fatto che Giù le Mani dai Bambini sia riuscita ad ottenere un
coinvolgimento talmente ampio di istituzioni e forze politiche – Università, Ordini dei
Medici – spiega come l’Italia sia oggi, fortunatamente, agli ultimi posti tra i paesi
occidentali nella prescrizione di Ritalin e affini.
Il Convegno ha visto la partecipazione di un pubblico numeroso che ha completamente
riempito la sala. È di fronte a questo pubblico estremamente attento che noi relatori
abbiamo discusso della questione ADHD – che è poi la questione della
somministrazione o meno di psicofarmaci a bambini più o meno problematici. Tra i
relatori c’erano, oltre a Luca Poma portavoce di Giù le Mani dai Bambini, l’invitato
speciale William Carey, Professore americano di Pediatria Clinica, che nella sua lezione
conclusiva ha fortemente sostenuto l’infondatezza della ADHD come malattia
psichiatrica, e la necessità di vedere i problemi del bambino, anche del bambino
difficile, nell’ambito di un valutazione che metta al centro la psicologia dell’età
evolutiva, e dunque anche il suo ineludibile fondamento famigliare e sociale. Tesi,
questa, ripresa, con toni e sfumature diverse, dai vari illustri psichiatri e psicologi –
come Emilia Costa, Luigi Cancrini, Federico Bianchi di Castelbianco Claudio Ajmone, e
il pedagogista Piero Cristiani – che hanno partecipato alla discussione esprimendo la
loro posizione fortemente critica nei confronti del tentativo di ridurre a problema
puramente farmacologico quello che emerge generalmente come un malessere che ha
basi assai più complesse e affrontabili su un piano più propriamente psicologico.
Gli psichiatri Enrico Nonnis e Paolo Roberti di Sarsina – pur concordando con la critica
all’idea che l’iperattività possa essere trattata come una patologia psichiatrica – hanno
introdotto il concetto secondo il quale alcuni sintomi e disturbi da iperattività e
disattenzione possano anche avere basi fisiologiche, e possano dunque essere
affrontati con strumenti diversi e più naturali rispetto ai farmaci. Su questa stessa
linea si è sviluppato il mio intervento: la crescente sintomatologia di iperattività e
disattenzione – la cui evidenza non si può negare – pur non avendo alcuna base
patologica, trova le sue basi fisiologiche nella nutrizione fortemente alterata e
negativa a cui accede la maggioranza dei nostri bambini.
contro gli abusi nella prescrizione di psicofarmaci a bambini ed adolescenti ADHD: un’epidemia artificiale
Il dibattito più acceso e interessante si è svolto tra Luca Poma e i due rappresentanti
della “controparte” – ovvero Antonio Addis dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIF), e
Pietro Panei dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS).
La discussione è iniziata con un filmato contenente i principali dati sulla crescita
dell’ADHD nel mondo. L’ADHD, una pseudo-patologia senza alcuna base scientifica, è
diventata – prima negli USA e poi nei principali paesi europei – una vera e propria
epidemia artificialmente che coinvolge decine di milioni di bambini: la gran parte di
I dati ci dicono che in America ci sono ben 13 milioni di bambini che fanno uso di
psicofarmaci come Ritalin e affini; e che numeri simili si stanno raggiungendo in paesi
come la Germania, l’Inghilterra e la Francia. Negli USA i bambini con una diagnosi
ADHD sono circa 2 milioni (comunque un numero enorme!): questo significa che la
prescrizione del Ritalin va ben oltre i numeri ufficiali della patologia (per un
approfondimento sulle ragioni di questo fenomeno si veda Stefano Scoglio, Non è
Colpa dei Bambini, Macro Edizioni, 2006 ndr).
Nonostante rassicurazioni contrarie (“Noi non faremo come in America!”) questi stessi
numeri si sono riprodotti nei paesi europei. È dunque più che legittima la
preoccupazione che lo stesso accada anche in Italia – fortunatamente arrivata per
ultima su questo orribile palcoscenico. E proprio su questo ha insistito il Portavoce di
Giù le Mani dai Bambini, chiedendo quali garanzie abbiamo relative alla possibilità che
la stessa esplosione psico-farmacologica sulle pelle dei bambini non si ripeta anche qui
Secondo Addis che Panei l’Italia ha intrapreso una strada molto cauta e prudente. La
costituzione di centri specialistici regionali – gli unici autorizzati a prescrivere Ritalin e
Strattera (i due farmaci autorizzati) – garantirebbe il non ripetersi del modello
americano, in cui motore dell’esplosione del Ritalin sono stati i pediatri e i medici
generici. A conferma di ciò, Panei ha sostenuto che, non a caso a tutto oggi in Italia,
solo a poche centinaia di bambini è stato prescritto il Ritalin. Il problema, ha ribattuto
Poma, è che questo accade solo perché i centri regionali hanno appena aperto i
battenti e solo la metà di quelli programmati sono ad oggi attivi. In realtà, a regime,
ci saranno decine di centri specialistici ADHD in Italia, centri il cui unico scopo sarà
quello di prescrivere Ritalin sulla base di questionari assolutamente ridicoli, a cui
potrebbero essere presto sottoposti i nostri figli (si veda l’Approfondimento, ndr). È
noto che, quando un’istituzione burocratica viene creata, la sua principale missione è
l’autoconservazione: questo significa che i Centri prescriveranno tutto il Ritalin che
dovranno prescrivere, pena la loro dichiarata inutilità.
Alla fine una mezza verità è emersa: i rappresentanti dell’ISS e dell’AIF hanno
confermato che in realtà, quando tutti i Centri saranno aperti e funzioneranno
appieno, si prevede un numero di 60-70.000 bambini trattati annualmente con Ritalin
e affini. A parte il fatto che si tratta comunque di un numero preoccupante – dato che
non c’è alcuna vera necessità di sottoporre tanti bambini ai danni dello psicofarmaco –
si tratterebbe di un numero assai inferiore rispetto alla realtà degli altri paesi. Ma
quale garanzia c’è, anche solo che non si vada oltre questo numero già alto?
Purtroppo nessuna. Anche in Germania e in Francia le autorità nazionali avevano
garantito che “loro non avrebbero fatto come negli USA”. Tuttavia, a distanza di
qualche anno, anche in quei paesi si sono attestati numeri di prescrizione dello
psicofarmaco non molto diversi da quelli americani. La gravità del problema è
rilevante, e l’allarme deve essere mantenuto alto.
contro gli abusi nella prescrizione di psicofarmaci a bambini ed adolescenti Il ruolo della nutrizione
A questo proposito è fondamentale capire – come ho sostenuto nel mio intervento al
Convegno – che, se è vero che i sintomi legati alla fantomatica “patologia” ADHD
sono reali e in evidente crescita nella popolazione infantile e scolastica, è altrettanto
vero che la stragrande maggioranza di questi sintomi deriva da fattori assai diversi da
quelli legati a presunti difetti genetici e/o anatomici, posti dalle autorità sanitarie.
Senza escludere l’importanza dei fattori psicologici, penso che il vero fulcro del
problema sia di natura nutrizionale. Questo è confermato anche dal fatto che si
trovano bambini iperattivi e difficili anche all’interno di famiglie non afflitte da
problemi relazionali o psicologici, e anzi caratterizzate da un ambiente sereno e
amorevole. Che l’abuso di zucchero, caffeina, grassi idrogenati, glutammato, pesticidi,
non possa non provocare effetti negativi importanti nei bambini, pare un dato
comprensibile con il solo buon senso (e ci sono anche importanti dati scientifici in tal
senso). Appare anche evidente come questa “nutrizione negativa” sia ulteriormente
aggravata dalle carenze nutrizionali tipiche dell’alimentazione moderna, che ci privano
del supporto antiossidante e protettivo di essenziali vitamine, minerali e molecole
attive come clorofilla e caroteni: la gravità di queste carenze determina un vero e
proprio crollo della “nutrizione positiva”. Nella generalità dei casi, la semplice
eliminazione dei fattori inquinanti e di nutrizione negativa dall’alimentazione del
bambino è sufficiente a risolvere gran parte dei problemi. Un grosso aiuto può venire
anche da rimedi nutrizionali e naturali e, in particolare dall’uso di una microalga (la
microalga Klamath) e di un suo specifico estratto, che forniscono sia un adeguato
supporto nutrizionale, che le molecole specifiche per ottenere gli effetti generati dai
farmaci, ma senza nessuno dei gravi effetti collaterali di questi ultimi.
L’efficacia dell’alga Klamath
In effetti, la sola eliminazione dei nutrienti negativi può non essere sufficiente: occorre
fare i conti anche con il problema delle carenze nutrizionali, e con l’instaurazione di
meccanismi fisiologici alterati, che il solo intervento di correzione della nutrizione
negativa può non riuscire a ristabilire appieno. La microalga Klamath ha il grande
vantaggio di poter reintegrare utilmente la nostra alimentazione, grazie alla sua
dotazione di 14 vitamine (tra cui elevate dotazioni delle vitamine più rilevanti dal
punto di vista del sistema nervoso, come la vitamina A e le vitamine B); di 60 tra
minerali e oligoelementi (tra cui minerali come il ferro e il vanadio, presenti in
concentrazioni elevate nell’alga, e particolarmente rilevanti per la sintomatologia
ADHD, e per attenzione, concentrazione ed energia); e di buone quantità di acidi
trassi Omega 3 (anch’essi dimostratisi rilevanti per le problematiche ADHD). La
Klamath possiede anche elevatissime quantità di clorofilla e caroteni, dal grande
potere antiossidante, e dunque protettivo dei nostri organi e tessuti. Soprattutto la
Klamath è ricca di specifiche ficocianine (molecole tipiche delle alghe verdi-azzurre
che in questa microalga hanno una struttura particolare che le rende altamente
potenti), che, oltre ad essere le molecole più antiossidanti in assoluto (più potenti
delle più famose catechine e quercetina), hanno dimostrato – in studi effettuati dal
Centro di Ricerche Nutriterapiche da me diretto – di avere un elevatissimo potere di
neuroprotezione, e dunque di poter difendere noi e i nostri figli dagli attacchi subiti dai
nostri neuroni in seguito all’ingestione diretta o indiretta (nutrizionale e ambientale) di
Ma Klamath contiene anche una specifica molecola neuromodulante che è la versione
endogena e fisiologica delle molecole sintetiche usate nel Ritalin e affini, ovvero la
feniletilammina o PEA. Il Ritalin è sostanzialmente un’anfetamina, e le anfetamine
contro gli abusi nella prescrizione di psicofarmaci a bambini ed adolescenti
sono versioni modificate in laboratorio della feniletilammina o PEA. In altre parole, tra
PEA ed anfetamine esiste lo stesso rapporto che esiste tra oppiacei ed endorfine:
come queste sono considerati gli oppiacei endogeni, così la PEA può essere definita
una sorta di anfetamina endogena e fisiologica. Essa costituisce dunque una grande
fonte, anche negli adulti, di energia fisica e mentale; di moderazione dell’appetito; di
sostegno della libido; e soprattutto di grande stimolo delle funzioni intellettuali
essenziali come attenzione, concentrazione e memoria. La PEA agisce sia
autonomamente che attraverso la stimolazione e il sostegno del meccanismo della
dopamina, ed è noto che la dopamina è considerato il neurotrasmettitore della felicità
(e secondo alcuni dell’“illuminazione”). I primi studiosi di questa molecola naturale la
definirono “la molecola dell’amore”, perché il nostro organismo ne produce in
abbondanza quando siamo innamorati; e dunque essa regola anche i processi
dell’empatia e della socializzazione. La PEA è presente in numerosi alimenti, inclusi
cioccolato, formaggi stagionati, legumi e vino rosso, anche se per ottenere delle
concentrazioni sufficienti ad avere effetti significativi occorrerebbe fare dei pasti
troppo abbondanti e dieteticamente molto scorretti. La Klamath è invece naturalmente
ricca di questa molecola, al punto che pochi grammi ne forniscono quantitativi
sufficienti a produrre chiari effetti antidepressivi e psico-stimolanti (come verificato in
Ritornando all’ADHD, si è riscontrato che i bambini iperattivi, così come gli autistici,
sono fortemente carenti di PEA; e d’altra parte, gli studi hanno rivelato che il
meccanismo di azione del Ritalin passa proprio attraverso la stimolazione della PEA
(ma con forti effetti collaterali). Dunque la Klamath – soprattutto un suo specifico
estratto (PhycoPlus®), che ne concentra PEA e altre molecole sinergiche necessarie al
suo funzionamento – rappresenta una valida alternativa al farmaco per i bambini
“ADHD” e un ottimo aiuto per tutti bambini, dato che attenzione e iperattività sono
temi che riguardano il mondo infantile nel sui complesso. La combinazione di alga
Klamath ed estratto di Klamath fornisce sia tutti i principali fattori nutrizionali, sia
potenti molecole neuroprotettive e neuromodulanti: il tutto in un alimento naturale e
dotato di effetti fisiologici e assolutamente sicuri.
Per approfondire
L’Istituto Superiore di Sanità ha di recente pubblicato il test che verrà proposto agli
insegnanti per stabilire quali dei loro allievi meriti di essere posto sotto la tutela
farmacologica dei Centri specialistici ADHD. In questo test diagnostico, si è classificati
come potenzialmente ADHD se si risponde positivamente a sei delle nove domande
proposte. Questo è il test con le risposte: le possibili risposte variano da “Qualche
volta” fino a “Molto spesso” (il test completo è disponibile sul sito
Per quanto riguarda il deficit di attenzione: ■ Incontra difficoltà a concentrare l’attenzione sui dettagli o compie errori di
negligenza. ■ Pur avendo capito le istruzioni e non avendo intenzioni oppositive, non segue le
istruzioni ricevute o fatica a portarle a compimento. ■ Ha difficoltà a mantenere l’attenzione sui compiti e sui giochi in cui è impegnato ■ Quando gli si parla sembra non ascoltare. ■ Ha difficoltà a organizzarsi nei compiti e nelle sue attività. ■ Evita, non gli piace o è riluttante ad affrontare impegni che richiedono uno sforzo
mentale continuato (come i compiti di scuola).
contro gli abusi nella prescrizione di psicofarmaci a bambini ed adolescenti
■ Perde le cose necessarie per il lavoro o le attività (ad esempio diario, matite, libri o
oggetti scolastici vari). ■ Si lascia distrarre facilmente da stimoli esterni. ■Tende a dimenticare di fare le cose.
Data la tecnica diagnostica utilizzata per la determinazione dell’ADHD, tutti i bambini
non particolarmente portati per gli studi, annoiati dalla scuola e senza troppa voglia di
fare i compiti, passano da una possibile carriera nelle arti e nei mestieri a una cura
che, immaginiamo, li farà diventare tutti intellettuali; mentre i bambini troppo svegli e
vivaci, creativi e aperti al rischio, bambini che un tempo erano considerati un prezioso
patrimonio da coltivare, saranno normalizzati nella condizione di silenziosi bambocci
senza grilli (né idee) per la testa. Che bella prospettiva! La mia critica al modo
assurdo di diagnosticare l’ADHD non vuole negare, come ho già detto, che vi siano
sempre più situazioni in cui questi comportamenti, normali per tanti bambini,
acquisiscano una intensità tale da diventare problematici. Ma è importante capire
quanto inadeguato sia un test del genere per distinguere il bambino “ADHD” dal
bambino “normale”, a meno che lo scopo non sia proprio quello di includere quanti più
bambini normali possibile dentro la redditizia scatola ADHD.
Tratto da Stefano Scoglio Non è colpa dei bambini, Macro Edizioni 2007. Nutrizione positiva e nutrizione negativa
Per nutrizione negativa si intende l’ingestione di tutte quelle sostanze più o meno
tossiche sia per via alimentare (pesticidi, fertilizzanti, coloranti, grassi idrogenati), sia
per via ambientale (metalli pesanti nell’acqua potabile, nei medicinali e vaccini, nei
fumi di scarico delle auto), che sono negative non solo nel senso diretto per cui
generano uno specifico danno ossidativo al ’interno dell’organismo; ma anche perché
costringono il nostro organismo a bruciare come antiossidanti i nutrienti positivi
assunti con la dieta, spingendo così verso il basso, in territorio negativo, quella
bilancia tra ossidazione e protezione antiossidante, infiammazione e azione
antinfiammatoria che regola la nostra salute. La nutrizione positiva si riferisce
ovviamente all’introduzione nell’organismo di tutti quei nutrienti (vitamine, minerali,
aminoacidi, acidi grassi, ma anche svariate altre molecole) che sostengono le funzioni
plastiche (costruzione e mantenimento di ossa, muscoli), metaboliche ed energetiche
dell’organismo. Oltre alla loro funzione di costruzione e mantenimento del nostro
organismo e del suo funzionamento, questi nutrienti positivi hanno un grande potere
contro gli abusi nella prescrizione di psicofarmaci a bambini ed adolescenti
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Critical Review Form Meta-analysis Corticosteroids for Bell’s palsy (idiopathic facial paralysis) Cochrane Database of Systematic Reviews 2010, Issue 3. Art. No.: CD001942 Objective: “To determine the effectiveness and safety of corticosteroid therapy in people with Bell’s palsy.” (p. 2) Methods: Three authors searched the Cochrane Neuromuscular Disease Group Tr