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INTEGRARE, COME E QUANDO
Lecitina di soia, lievito di birra, vitamine, selenio. ormai gli integratori alimentari
si trovano al super, a fi anco di frutta e verdura. Servono a completare e migliorare
l’alimentazione quotidiana. Ma sono veramente utili? E le controindicazioni?

Non c’è dubbio: quello degli integratori alimentari è un vero boom. Tra compresse vitaminiche, soluzioni saline e pillole di ogni genere, il mercato dei preparati che “completano” l’alimentazione comprende ormai più di 5000 prodotti e muove un giro d’affari enorme, al punto che, secondo le statistiche, ogni italiano spende per gli integratori una media di 500 euro all’anno. Un fenomeno che, per la verità, lascia un po’ perplessi: come hanno fatto i nostri nonni e i nostri genitori a crescere sani e robusti alimentandosi in modo “normale” e naturale? C’è proprio bisogno di ricorrere alle vitamine di sintesi, quando le vitamine sono già presenti nella frutta e nella verdura? Naturalmente, non si può fare d’ogni erba un fascio: esistono diverse tipologie di integratori e, per chiarirsi le idee, vale la pena di prenderle in considerazione separatamente, cominciando dalle più diffuse.
Integratori multivitaminici e multiminerali: il troppo stroppia
Non c’è dubbio che miscele vitaminiche e i mix di sali minerali in questi ultimi anni siano
diventati dei veri must dell’integrazione. La logica del loro successo è semplice: se una
vitamina fa bene, fi guriamoci tante. E lo stesso vale per i minerali. Quanto alla quantità,
più se ne prendono e meglio è… In realtà, le cose non stanno affatto così e, al di là
di casi particolari (forti fumatori o alcolisti, vegetariani stretti, persone che seguono una
dieta fortemente sbilanciata o affette da particolari patologie…), questi integratori non
sono generalmente consigliabili per un uso quotidiano. È vero che ogni giorno dobbiamo
introdurre una giusta quantità di vitamine e sali per evitare il rischio di una carenza, ma
non dobbiamo per questo pensare che, esagerando con il loro consumo, la salute ne
guadagni, anzi, ci sono casi in cui un eccesso di vitamine si rivela addirittura nocivo. In
questo senso è importante distinguere tra due categorie di vitamine: quelle “idrosolubili”,
come la vitamina C e quelle del gruppo B che si trovano sciolte nell’acqua dei cibi, e quelle
“liposolubili”, come la A e la E, che invece si sciolgono nei grassi. L’organismo non fa scorta
delle vitamine idrosolubili e ne elimina l’eccesso con le urine, mentre le vitamine liposolubili
tendono a essere immagazzinate dai grassi dell’or ganismo e, se assunte in eccesso, si
possono accumulare in quantità esagerata diven tando tossiche. Anche per i sali minerali
occorre rispettare le necessità dell’organismo senza eccedere: un eccesso di fl uoro, per
esempio, produce la cosiddetta “fl uorosi” che si manifesta con la comparsa di macchie sui
denti, mentre un’assunzione troppo elevata di calcio è stata messa addirittura in relazione
con un maggior rischio di infarto.
Integrare per dimagrire?
Altra categoria di integratori da sempre sulla cresta dell’onda sono quelli proposti come
coadiuvanti delle cure dimagranti. Alcuni contengono semplicemente della crusca e
vengono venduti a caro prezzo, altri sono a base di farina di guar (un altro tipo di fi bra), altri
ancora contengono alghe (il fucus è la più nota) che dovrebbero stimolare il funzionamento
della tiroide, per arrivare agli integratori a base di tarassaco, equiseto, betulla, che, nella
maggior parte dei casi, hanno blande proprietà depuratrici e diuretiche. Anche in questo
caso, gli integratori sono da considerarsi con sospetto, anche per il rischio di innescare un
atteggiamento sbagliato nei confronti del cibo, col pericolo di passare da questi prodotti,
più o meno innocui, all’uso indiscriminato di pillole dimagranti, anoressizzanti o diuretiche,
che invece possono portare gravi danni all’organismo.
Siamo tutti sportivi
E arriviamo alle palestre, da sempre regno assoluto degli integratori. Che ci si vada tutti
i giorni o un paio di volte la settimana, che ci si sottoponga ad allenamenti estenuanti o
ci si limiti a mezz’ora di tapis roulant, sembra non fare differenza: i beveroni pieni di sali,
zuccheri e aminoacidi fanno parte del corredo di base, al pari della tuta e delle scarpe… In
realtà la differenza c’è e non considerarla può essere pericoloso. Gli integratori alimentari
per lo sport, infatti, sono “collocabili” in 6 categorie: quelli fi nalizzati a una integrazione
energetica, quelli destinati a reintegrare le perdite idro-saline prodotte dal sudore, gli
integratori proteici, quelli a base di aminoacidi e derivati, quelli che contengono specifi che sostanze adatte a sforzi muscolari intensi e quelli che, in una specie di cocktail, sono un po’ una combinazione di tutti gli altri. È importante essere chiari: se gli integratori che danno energia e aiutano a reintegrare le perdite di acqua e di minerali possono essere utili in alcuni casi, gli altri possono servire solo a chi si dedica all’agonismo e solo in alcuni casi, comunque prescritti dal dietologo e assunti sotto controllo medico. L’eccesso di proteine, infatti, può portare a danni renali, mentre l’assunzione non controllata di sostanze utili per potenziare le prestazioni atletiche può avere ripercussioni sul cuore.
In definitiva: integrare sì o no?
Più no che sì. In effetti, la parola stessa “integratori alimentari” dovrebbe indicare la naturale
funzione di questi prodotti: andare a colmare (integrare per l’appunto) le eventuali carenze della dieta. È ovvio che se ci si alimenta in modo corretto, assumendo tutto ciò che serve al nostro organismo, non c’è alcun bisogno di ricorrere a delle integrazioni. E alimentarsi correttamente signifi ca semplicemente mantenere una dieta variata, che comprenda alimenti ricchi di carboidrati (pane, pasta, riso, cereali…), includa cibi di tipo proteico (carne, pesce, uova, legumi…) e lasci spazio adeguato a frutta e verdura (l’ideale sarebbero 5 porzioni di vegetali freschi ogni giorno). Le carenze oggi davvero diffuse tra la popolazione italiana riguardano solo lo iodio (il sale iodato è un integratore assolutamente consigliabile) e, in misura minore, il calcio (a questo proposito basterebbe bere più latte…); per il resto, la necessità di integrare la dieta con nutrienti specifi ci interessa solo casi particolari, che peraltro dovrebbero essere valutati dal medico. Tanto più che, lo dimostrano moltissimi studi, le vitamine della frutta sono molto più effi caci di quelle in pastiglie… Tabella 1: Il panorama degli integratori
Tipologie di prodotto
Contengono soprattutto
Consigli per il consumo
integrali o poco raffi nati (farine, pane e paste); ortaggi a foglia verde; frutta di bosco.
ananas, equiseto, ginseng, possono avere effetti indesiderati. Integratori per mantenersi saccarosio, cocktail di verdura; latticini; uova; legumi; pesce. Il lievito di birra: l’integratore della nonna
La medicina popolare lo consiglia da sempre e in commercio si trova in forma di tavolette,
capsule, polvere, liofi lizzato, ma può essere però usato tranquillamente e con minor spesa
il lievito in panetti che si usa per far lievitare la pasta di pane. I pregi del lievito di birra sono
nella sua ricchezza di vitamine (B1, B2, PP, B6, acido pantotenico, inositolo, biotina, acido
folico), utili sali minerali (potassio, fosforo, magnesio, calcio, sodio, zinco, ferro, selenio,
cromo), e di aminoacidi essenziali. Nelle giuste dosi (un cucchiaino al giorno) può essere
assunto vantaggiosamente quando ci si sottoponga a prolungate terapie antibiotiche, o
nei casi di malnutrizione delle persone anziane, per aumentare le difese immunitarie e migliorare la resistenza allo stress. Le controindicazioni riguardano chi soffre di gotta e, naturalmente, le persone che sono allergiche al lievito. Acido folico: quando integrare è d’obbligo
L’acido folico è una vitamina particolarmente importante per la mamma in attesa, perché
serve per il regolare sviluppo della massa cerebrale e del midollo spinale del piccolo. Una
sua carenza in gravidanza può comportare malformazioni (nei casi più gravi si ha spina
bifi da), e aumentare il rischio di altre complicanze. D’altra parte, nonostante l’acido folico
si trovi in molti alimenti, è una vitamina particolarmente delicata, che si perde in gran
parte durante la lavorazione e la conservazione dei cibi. Di qui l’opportunità di ricorrere
a un’integrazione, con alimenti arricchiti o supplementi dietetici opportunamente studiati. Per avere le massime garanzie, la supplementazione dovrebbe iniziare 3-4 settimane prima del concepimento e, per raggiungere i livelli ottimali, dovrebbe prevedere un apporto giornaliero di 400 microgrammi, in aggiunta ai 200 microgrammi che si assumono attraverso gli alimenti. La lecitina di soia, buona contro il colesterolo
La lecitina di soia è costituita da fosfatidilcolina, fosfatidilinositolo, acido linoleico: tutti
composti che esercitano azioni positive sull’organismo proteggendo dall’ipercolesterolemia,
dall’arteriosclerosi, e favorendo le funzioni mentali, in particolare rafforzando la memoria. La
lecitina protegge anche il fegato dai danni dell’alcolismo. Anche per la lecitina è opportuno
comunque non esagerare: 10 grammi al giorno di lecitina sono più che suffi cienti, consumati
a stomaco pieno, masticando bene, e per cicli di 2-3 mesi.
Vitamina B12: attenzione alla dieta vegetariana
La cianocobalamina (è questo il nome scientifi co della vitamina B12) è necessaria per la
formazione dei globuli rossi, interviene in diverse reazioni dell’organismo e la sua carenza
porta a un particolare tipo di anemia e a disturbi del sistema nervoso. Gli alimenti più ricchi
di questa vitamina sono il fegato, il rene, il tuorlo d’uovo e le carni rosse in genere, mentre
è praticamente assente nei vegetali. Ecco allora che una dieta vegetariana stretta, che
escluda anche latticini e uova, comporta forti rischi di carenza e richiede un’integrazione
con preparati specifi ci.
Un successo inarrestabile
Secondo una recente ricerca promossa da FederSalus, federazione che riunisce aziende
produttrici di integratori, un italiano su tre consuma questo tipo di prodotti. Ma perché hanno
tanto successo? Secondo il 46% degli intervistati da FederSalus, gli integratori aiutano a
migliorare il benessere psicofi sico, mentre un 43% dice di assumerli “per rispondere a
specifi che esigenze di salute”. Il 62% degli intervistati assume integratori da più di due anni
e il 33% nella scelta si basa sul fai-da-te, senza chiedere consiglio al proprio medico.

Source: http://www.itigiordaninapoli.it/spaziogiovani/alimentazione/INTEGRARE.pdf

Hypertrophic osteodystrophy

Hypertrophic Osteodystrophy Introduction Hypertrophic Osteodystrophy (HOD) is a developmental disease in larger breed dogs (commonly, the Great Dane, Alaskan Malamute, Weimaraner and Irish Setter). This disease usually begins between the ages of 3 months to 5 months of age. Signs can vary in intensity, and several dogs from one litter may be affected, although at different times. The heri

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