Riccardo Primo, Re D’Inghilterra Libretto di Paolo Antonio Rolli, adattato da "ISACIO TIRANNO" di Francesco Briani Londra, 11 novembre 1727 Musica di George Frederich H andel Personaggi:
Riccardo Primo, Re d'Inghilterra Costanza, principessa di Navarra, sua promessa sposa Berardo, cugino e tutore di Costanza Isacio, tiranno di Cipro Pulcheria, figlia di Isacio Oronte, principe di Siria, alleato di Isacio
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ATTO PRIMO CD 1 1 - Ouverture La Scena è il lido di Limisso (oggi Limassol) nell’isola di Cipro, ai tempi della terza crociata e la reggia d'Isacio. Scena 1 Lido di Limisso con veduta di mare, e navi naufragate, e scogli 2 - Recitativo Costanza Lascia, Berardo, lasciami! Berardo Che pensi, Costanza? Costanza Perir! Berardo Seguimi! sarebbe disperarsi un furore: vieni, e spera. Costanza È vana la speranza, dov'è contrario il Cielo! A vista delle navi di Riccardo, congiurano a miei danni l'onde, i venti, le stelle, e immersi i legni appena, io giungo al lido, ah! che preda ei restò del mare infido. 3 - Aria Costanza Se perì l'amato bene
fra l'angosce e fra le pene anch'io l'alma spirerò. Non lo vidi, e pur l'adoro, e sì grave è il mio martoro che s'è mort'io non vivrò. Se perì l'amato bene, etc. Scena 2 Cambiamento di Scena. La reggia d'Isacio 4 - Recitativo Pulcheria Se la vergin regale, che venia per isposa a Riccardo il Britanno, perì nella tempesta, il caso infausto è degno di pietà. Isacio (a Costanza ed a Berardo che l'approssimano) Chi siete voi? Berardo Siamo infelici, e non ignobil servi della misera sposa dell'Anglo Rè. Costanza Ne' procellosi flutti Costanza immersa, ahimè, perì! Isacio Tuo nome? Costanza Doride, egli è Narsete e mio germano; dell'invocato Cielo ne scampò la pietà. Isacio (fra sé) Quanto è gentile! (forte) Nella Reggia, oh Pulcheria, col suo fratel diletto ella teco dimori: e tu alle nozze col Prence Oronte ti prepara. Pulcheria (fra sé) Oh cielo! (forte) Doride, andiamo. Oronte, conforto del cor mio, a me verrai! Oronte Farfalla al divin raggio son delle tue sembianze. Berardo (a parte a Costanza) Non sospirar! Costanza Perdute di sposa e di Regina ho le speranze. 5 - Aria Pulcheria (ad Isacio) Vado per obbedirti, mio caro genitor; tu dai conforto al cor, lo fai contento. L'amabile diletto di corrisposto affetto vedrai brillar in me. (ad Oronte) Caro, per la tua fé amor già sento. (ad Isacio) Vado per obbedirti, etc. (Parte) 6 - Recitativo Isacio T'arresta, Oronte, ascolta. Vattene immantenente e fa' che al lido, delle Britanne navi, ciò che 'l mar rigettò, fiamma divori. (Parte) Oronte Eseguirò gli ordini fieri, e poi all'idol mio me n'volo. Bellissima Pulcheria, i lumi tuoi dan luce e forza all'amorosa face, che più m'accende, sempre più mi piace. 7 - Aria Oronte V'adoro, o luci belle, v'amo, vezzose stelle; voi m'infiammaste il sen. Dal dì che vi mirai sempre fedel v'amai, sempre amorose e care, sarete il sol mio ben. V'adoro, o luci belle, etc. Scena 3 Cambiamento di Scena. Padiglione non lunge dalle rive di Larisso. 8 - Recitativo Riccardo (con lettera aperta in mano) Torni la gioia al nostro cor. Costanza è salva, e nella reggia d'Isacio fa dimora. Io stesso andrò non conosciuto in corte, e per Riccardo chiederò la sposa. Beltà, che mai non vidi, è del mio sen gran pena, e d'una face di cui m'è ignoto lo splendore avvampo. Ardo tutto d'amore e di desio:
accresce i vanti del più nobil cuore avvezzo all'armi, arder d'illustre amore. 9 - Aria Riccardo Cessata è la procella, ma l'alma non ha pace, se a posseder non va l'oggetto amato. No, che non toglie amore le palme al nostro onore, se illustre amor sarà, quant'è più grato. Cessata è la procella, etc. Scena 4 Appartamento con tavolino 10 - Recitativo Costanza Cortese a noi si mostra l'amabile Pulcheria; ma pur, Berardo, o Dio! anche fra queste sì gentili accoglienze langue il seno affannoso. Berardo Dove regna un crudel, non v'è riposo. (Entra Oronte, e dall'altra parte - non vista da lui - Pulcheria.)
Oronte Doride, hai nel sembiante un non so che di maestoso e grande, che sveglia in chi ti mira e rispetto, ed amor. Costanza Confusa, io taccio. Oronte Parlano assai facondi, allor che il labbro tace, i vaghi lumi. Costanza Signor, convien la lode a chi la merta. (Pulcheria va d'improvviso in mezzo di Oronte e di Costanza.)
Pulcheria (a Costanza, ridendo) Doride, hai nel sembiante un non so che di maestoso e grande. Oronte (fra sé) Cieli! che deggio dir! Pulcheria E in chi ti mira svegli rispetto, e amore. Oronte
Pulcheria. Pulcheria Traditore! (segue parlando a costanza) Parlano assai facondi, allor che il labbro tace, i vaghi lumi. Convien la lode a chi la merta! Offende il lodator tacendo beltà ch'è peregrina. (Si volta ad Oronte e gli dice ridendo) Tu non dicesti il meglio, e chiama i baci. Oronte No, Pulcheria, mio ben. Pulcheria Perfido, taci! Costanza Deh! Principessa, io. 11 - Aria Pulcheria Bella, teco non ho né sdegno né rigor, sol vendicarmi vo' d'amante traditor. (ad Oronte) Falso! la vo' con te, che sei cangiando fé, un Proteo ingannator. (a Costanza) Bella, teco non ho, etc. (Parte) (Viene improvvisamente Isacio.) 12 - Recitativo Isacio Oronte! Oronte Sire! Isacio Parti; qui con Doride solo io parlar voglio. (Oronte inchinando parte.) Costanza (piano a Berardo) Perché mai? Isacio Tu, o Narsete, vanne ancor. Berardo Signor, permetti. Isacio Olà! Berardo (fra sé) O tiranno commando! (Parte) Recitativo Costanza (fra sé) Ahi, che sarà? Isacio Doride, la mia reggia brilla per te più lieta. Costanza Perché la tua virtute in lei scintilla. Isacio Tua beltà dir volesti. Costanza (fra sé) Ahi! lodi a me sospette. Isacio (fra sé) Che divine sembianze! (forte) Bella, vil non nascesti: i favor nostri or di noi ti fan degna. (Vuol prenderla per la mano; ella si ritira.)
Costanza Non avvilisca, Isacio, la maestà del soglio: il mio rossore. ti rimova. t'arresti: ah! sol concedi, ch'io qual serva mi prostri ai Regi piedi. Oronte (Vien frettoloso.) Sire, a te del Britannico monarca l'ambasciador se n'viene. (Costanza si leva allegra.) Isacio (pensa) Viene l'ambasciador? Costanza (fra sé) Vive chi adoro? Isacio (ridendo con Oronte) Che vuol da noi? Oronte
Da cento armati legni sbarcò notturno, e tacquero le trombe. Isacio Ha squadre in armi? Oronte E tanto è di guerrieri il numero, che tutto già d'ogni lato carco il lido appar, né si discopra arena. Costanza (fra sé) Oh! nuova che mi dà diletto e pena! Isacio Venga l'ambasciador. (Parte Oronte; a Costanza) Fra pochi istanti ti rivedrò; Doride, addio. Costanza Deh, lascia. 13 - Aria Costanza Lascia la pace all'alma! Tempesta alla mia calma non rieda, no, per te. Per facil mio perdono, pensa che serva io sono, pensa che tu sei Rè. Lascia la pace all'alma! etc. (Parte) (Entra Riccardo come ambasciadore ad Isacio, che grave e superbo sta appoggiato ad un tavolino.) 14 - Recitativo Riccardo Isacio, il cui gran merto tiene scettro su quest'isola, illustre Riccardo, che dell'Anglia possiede il regio soglio, a te m'invia: ei ti chiede Costanza, sua consorte real, che ancor non vide, e su le sponde a te soggette spinse avanzo di naufragio il mar feroce. Isacio (fra sé) Ah, Doride è Costanza! Riccardo La bramata sua sposa renda Isacio a Riccardo, ed ei con le campate armate genti partirà immantinente all'impresa che tenta. Isacio
Torna lieto a Riccardo, e di', che in breve vedrà la Regia sua sposa Costanza. Nostro amico egli sia. La destra porgimi a nome del tuo Rè. Riccardo Piena d'onore te la porgo per lui. Isacio Digli, che ottenne con la destra d'Isacio anche il suo core. (Parte) Riccardo Superbo sia, qual già la fama il disse; Isacio è giusto ancor. Godi o mia speme, vedrai fra poco il desiato bene. Oh, ne potessi almeno partendo rimirar quelle sembianze, che di grazia e bellezza han tanta fama. Tosto sarai contenta, non tormentarmi, oh, impaziente brama. 15 - Aria Riccardo Agitato da fiere tempeste, se il nocchiero rivede sua stella tutto lieto e sicuro se n'va. Più non teme procelle funeste, se mostrato gli viene da quelle il camino, che salvo lo fa. Agitato da fiere tempeste, etc. ATTO SECONDO
Scena 1 Appartamento 16 - Arioso Costanza Se m'è contrario il Cielo, e che sperar potrò fra tante pene? 17 - Recitativo Berardo (entra) Seco Isacio mi volle finché partì l'ambasciador britanno, e in libertà lasciommi poi. Costanza Lo stesso con Pulcheria m'avvenne: ah! qualche inganno temo. Berardo S'ha da temer sempre un tiranno. Costanza Pensi tu, che a Riccardo ch'io viva in questa reggia giunte sian le notizie? Berardo Per alcuno de' nostri essergli ponno. Costanza Vanne, o mio fido, interroga, ed a tempo l'arte e l'ingegno adopra. Berardo Le più secrete vie tenterò, perché il tutto a te si scopra. 18 - Aria Berardo Dell'empia frode il velo squarciare io tenterò, propizio spera il Cielo a un degno amor. E quel poter sovrano, che a scampo tuo vegliò, ha in sua possente mano tua gioia ancor. Dell'empia frode, etc. (Parte) (Isacio sopraviene.) 19 - Recitativo Costanza Riccardo sospirato. Isacio Real Costanza! Costanza (a parte) Ciel! che sento? Isacio In vano, in van ti celi, a me palese è il tutto; sì, sì, Costanza sei. Costanza (a parte)
Cielo, tu dammi aita! (forte) Costanza io sono. Isacio (a parte) Lieto mi rende e certo. Costanza Tacqui incerta de' miei casi, in suolo non mai visto, e fascie e nome. Berardo ancora si chiamò Narsete. Deh, magnanimo Rè, se di tue grazie degna pur sono, in quella del mio sposo giunge la destra mia. Isacio Consolati e gioisci, in breve d'or tenaci avrai gli amplessi del marito e i baci. Costanza Tua pietà generosa premiata fia dal giusto Ciel, cui piace rendere a me la sospirata pace. 20 - Aria Costanza Di notte il pellegrino, se perde il suo camino, non sa dove guidar il passo errante. Ma un lume poi se vede, là presto volge il piede, e sente consolar l'alma anelante. Di notte il pellegrino, etc. (Parte) 21 - Recitativo Isacio Quanto saresti insano, cuor d'Isacio, se altrui dassi 'l tesor, che ti portò fortuna, è virtude in amor propizia frode. Non goda mai, chi quando può non gode. (Entra Pulcheria.)
Pulcheria All'affetto di padre supplichevole io vengo. Isacio Amata figlia mia, Pulcheria, che brami? Pulcheria Oggi almeno permetti, che d'Imeneo la face non s'accenda per me: merita Oronte del mio sdegno soffrir qualche cordoglio. (fra sé) Pria s'egli è fido assicurarmi voglio. Isacio
Figlia, cangiato aspetto ha la tua sorte: sposa ti vuole, ma ti vuol Regina. Pulcheria Regina! Padre, Oronte che dirà? Isacio Odimi, figlia. Pulcheria Attenta. Isacio Consorte al Rè Britanno fra momenti ne andrai col nome di Costanza; egli non vide mai la sposa, e forse, preso da tua beltà, felice renderà la nostra frode. Pulcheria Io di Riccardo sposa! Cieli! Isacio Il vuole l'interesse del Regno, l'util del soglio; e non rispondi ancora? Pulcheria Umilio riverente al paterno comando la volontà di figlia. Isacio Vanne, ubidisci. Pulcheria E Oronte? Isacio Egli pospone ai vantaggi d'Isacio l'amor suo, le tue nozze. Il mio comando eseguisca Pulcheria: pensi sol che ciò chiede il mio regno, il mio soglio; pensi ch'è figlia mia, ch'io così voglio. 22 - Aria Isacio Ti vedrò regnar sul trono, e l'inganno consigliò ingegnoso e accorto amor. Quando un core s'innamora, scopra pur la frode, allora è contento dell'error. Ti vedrò regnar, etc. (Parte) 23 - Recitativo Pulcheria Ah, padre! ah, Cielo! a che voi m'astringete? deggio per vendicarmi d'un amante infedel, far che la frode maschera sia d'un tradimento enorme?
Ah no, mai ver non fia, che di tanta empietà ministra io sia. Ma, il genitore, oh Dio! cosi m'impone, e vuole ch'io Costanza tradisca, ch'io tradisca Riccardo: deggio ubidir? Ubidirò; ma poi l'inganno scoprirò de' torti suoi. 24 - Aria Pulcheria Quel gelsomino, che imperla il prato, a tutti è grato, e niuno offende la sua beltà. Così il mio core, candido e puro, se n'va sicuro, perché innocente si scoprirà. Quel gelsomino, etc. (Pulcheria uscita, entrano Costanza e Oronte.) CD 2 1 - Recitativo Costanza Prencipe, ogn'or compagna è d'amor gelosia. Pulcheria. Oronte Offende la fede mia. (Entra Berardo.) Ma qui Narsete? Berardo Udite: di Costanza col nome a Riccardo in isposa Isacio infido con sacrilego inganno la figlia manda. Costanza Oh Cielo! Berardo Io quivi ascoso intesi in colloquio segreto a concertar l'inganno e la partita. Costanza Partirà? Berardo In questo punto. Costanza M'ingannò Isacio! Iniquo Rè! spietato! Oronte Cruda infedel Pulcheria! Fu pretesto la gelosia fallace! Costanza Oronte, io son Costanza. Oronte Costanza sei? Costanza Tradita dal tiranno. Nobil guerrier, se i tradimenti aborri, una regina misera soccorri! Oronte Me n'volo alla vendetta: e pria che nuova spunti l'alba vermiglia, due rei saran puniti, e padre e figlia. Costanza Berardo, l'una all'altra per me succedon le sciagure, e quella, che nova giunge, sempre è dell'altra peggior. Berardo Prova, o Regina, sono d'un'alma grande i casi avversi. Costanza Finché vedo il mio ben, misero, o Dio! in pene e in pianto languirà il cor mio. 2 - Aria Costanza Caro, vieni a me! Fido vieni; puoi tu, caro, addolcire il duolo amaro, di chi pena sol per te. Pensa alla mia fé, pensa ancor al mio martir, e che a tanti miei sospir sarai solo la mercé. Caro, vieni a me! etc. Scena 2 Cambiamento di Scena. Il lido di Limisso, con regio padiglione, e seggio d'oro da un lato. (Riccardo viene accompagnato dal suo esercito) 3 - Arioso Riccardo Quanto tarda il caro bene le mie pene a consolar. (S'avvicina Pulcheria con seguito di damigelle.) 4 – Recitativo Riccardo Ma vedo corteggiata da nobil donzelle a me venire l'amata sposa mia, la mia Costanza. Giunge al bramato fin la mia speranza. Sì, già vedo il mio bel sole, raddoppiando il giorno in cielo, senza velo scintillar.
Vieni, bell'idol mio. (fra sé) Ma che! diverse la fama a me portò le sue sembianze. Pulcheria (fra sé) Sospeso, egli s'arresta! or lo ravviso, ambasciatore di se stesso ei venne. (forte) A te salva mi guida amica stella. Riccardo (fra sé) Ma bella è pur. (forte) Queste guerriere squadre t'onorino Regina. (Segue il saluto militare. Poi entra Oronte.) Oronte Alfin, da cento spade ostilmente assalito, qui mi rifuggio: e all'inclito Riccardo discopro tradimenti. Pulcheria (fra sé) Come, Oronte? Riccardo Io tradito? Oronte Quella non è quel credi la tua Costanza, o Re. Riccardo Non è Costanza? Oronte Figlia è d'Isacio, è Pulcheria. Riccardo Iniquo Isacio! ingannatore! indegno del nome di regnante! Conciterò l'armate schiere in guerra, quante folgori ha il Cielo, quante spade ha la terrà, stringerò, svenerò, fulminerò. (a Pulcheria) E tu. Pulcheria Leggi paterne. Riccardo Inique, ingiuste! Pulcheria Deh! i giusti sdegni affrena;
in finché resa ti fia la regia sposa io resterò in catene. Riccardo No, tu stessa per moverlo a ragione al padre andrai. Pulcheria O prigioniera o serva a tua somma virtù sempre m'avrai. Riccardo Dato a Costanza ho il core, è unito ora agli affetti e l'impegno d'onore; ma non pensar, che delle tue bellezze anch'io non abbia anmiratore il guardo. T'onoro, e mia vendetta dell'armi nel furore te sol rispetta. Oronte A me promessa, e poi mancata, o Sire, Pulcheria fu dal reo padre. Pulcheria Infedele lui meritasti infido, e me crudele. 5 - Aria Pulcheria (a Riccardo) Ai guardi tuoi son pur vaga son pur bella, ma che poi? Non son cara, non son quella. (ad Oronte) Questa, ingrato, è fedeltà! (a Riccardo) Sì, fortunato spero te nella tua brama. (ad Oronte) Ma, chi m'ama, non lo so, quando il sarà, no, non lo so. Ai guardi tuoi, etc. (Parte) 6 - Recitativo Oronte Si sforzi alla ragion questo tiranno. Io son di Licia il prence, e in quelle mura ho mille armati fidi miei vassalli, pronti a vittoria o a morte. Riccardo E ne potresti con un segnal dare il comando altrui? Oronte Questo impronto regal, Sire, gli rende fidi a chi 'l mostra. Riccardo
A me lo fida; intanto su le mie squadre impero avrai; le appresta a un soccorso, e vedrai quanto valore regna nei cuor Britanni. Oronte Eccoti il segno. Renderò fede ed opre a un tanto Onore. Riccardo O lieto tornerò con l'idol mio, o mostrerò a quell'empio come un monarca inglese benigno è sì; ma sa punir le offese. 7 - Aria Riccardo O vendicarmi saprò con l'armi, o lieto (felice) amante col mio bel sole ritornerò. E certo allora con la tua bella felice ancora te renderò. O vendicarmi, etc. 8 - Recitativo Oronte Che mai pensa tentar l'alma guerriera! Ma non senza ragione fama lo suol chiamar Cuor di Leone. Egli è fido a Costanza, all'alma mia tormento non può dar la gelosia. Pronto a soccorsi io già m'appresto, e spero veder vinta la frode, trionfanti il valore, il giusto, il vero. 9 - Aria Oronte Dell'onor di giuste imprese fia seguace la vittoria, e l'amor trionferà. O cessar dovran l'offese, o il valore avrà la gloria, e l'inganno perirà. Dell'onor di giuste imprese, etc. Scena 3 Cambiamento di Scena. L'atrio della reggia d'Isacio 10 - Recitativo Isacio Ah! scampò dagli agguati Oronte, e tutto scoperto avrà l'inganno. Empia fortuna, sempre t'opponi ai grandi disegni! Berardo (entrando) Sire, tornato è qui l'ambasciador Britanno, e udienza chiede. Isacio Ei venga. (Berardo parte.) Sì, scoperta è la frode. Arte mi giovi; troppo forte è il nemico. Riccardo (entrando) Strano sembra al mio Rè, che tu mancata abbia la data fé. Perché Pulcheria, tua figlia, a lui mandasti, e non Costanza! Le sacre leggi d'onore serbi così nella tua Reggia? Io vengo l'ultima volta a demandarti, Isacio, la navarrese Principessa. Isacio Strano sembrami, che il tuo Rè l'onor più grande, l'interesse maggiore, dal minor non distingua. Unica figlia è a me Pulcheria, e questo regno in dote avrà se de' Britanni ella è regina. Ritorna a lui: fagli saper ch'ei deve, già che fu discoperta, amar tal frode. Riccardo Vano è il ritorno. Ei vuoi Costanza, e vuole, ch'io la conduca. Poco inver conosci il Britanno valore: l'interesse a lui serve, egli all'onore. Isacio Più tempo io chiedo alla risposta. Riccardo No, risolvi su'l momento, questa destra riserra e guerra, e pace. Scegli! Isacio Guerra. Riccardo Guerra? e guerra avrai. Già pronte di Limisso all'estrema ruina son le nostr'armi invitte: in brevi istanti vedrai. Isacio Dal tuo sovrano l'ostilitate ebbe principio: ci tenne prigioniera Pulcheria, aspri, e tiranni puoi tu negare i modi suoi? Riccardo
T'inganni. Mira e da saggio, fa prova maggiore della sua cortesia, non del rigore. Pulcheria (entrando) Padre, al tuo piè m'accogli. Oronte ha reso l'obbedienza mia vana; deh, rendi Costanza al Rè suo sposo. Tu non vedesti mai core più generoso, alma più grande; anche in mezzo ai furori d'una scoperta frode le dolci cortesie temprar lo sdegno. Per far pago il suo merto perder saprei, non ch'acquistar un regno. In sì cortese istinto, deh! generoso emulo sii. Isacio Son vinto. Costanza amai: goderne onor mi vieta: vanne, dalla tua mano l'abbia il Britanno ambasciador. Pulcheria Son lieta. (Partono Isacio e Pulcheria) 11 - Aria Riccardo Nube, che il sole adombra, svanisce al fin da quello, e appare allor più bello con lucido spiendor il suo sembiante. Sì fugge il duol, che ingombra le brame del desio, e fa che l'idol mio più amabile sarà al core amante. Nube, che il sole adombra, etc. Scena 4 Cambiamento di Scena. Cabinetto. (Costanza seduta appoggiata ad un tavolino) 12 – Arioso Costanza Sì m'è contrario il Cielo, e morta al fin sarò in tante pene. 13 - Recitativo Pulcheria (entrando) Mesta e pensosa è ancor Costanza? Costanza Quella tu sei: perduto ho nome e sposo in trono:
piango la sorte mia. Pulcheria Quella non sono. Costanza Tua bellezza aiutar dovea la frode. Pulcheria Obbedienza m'indusse, ma onor me fé poco abile all'inganno. Con mio piacer, tutto scoperse Oronte. Torno, e dal padre ottengo mandarti al caro sposo. Costanza Oh, accogli in questo tenero amplesso un'amistà sincera, generosa Pulcheria! Pulcheria Ecco il Britanno ambasciador, che per te viene. Riccardo (che entra) S'inchina meco l'Anglia al tuo piè, bella Reina (somma beltà!); te impaziente aspetta: e per me qui ti manda il mio sovrano, il suo cor tutto amore, in questo bacio su la regia mano. Costanza Al generoso amato Rè vogl'io, che in breve dia risposta l'umiltà del cor mio. Del tuo gran merto sempre avrò rimembranza. Pulcheria Eh! che Riccardo tuo vedi, o Costanza; ei di se stesso ambasciador qui venne. Riccardo T'abbraccio amata sposa. Costanza La sorpresa m'opprime: al regio piede del caro sposo mio. Riccardo Sorgi, e qui posa. Condurre a fine la bell'opra or dei, generosa Pulcheria. Il nome mio non isvelar finché lontan. Pulcheria Riccardo, dagli avi gloriosi animo forte trassi; veduto hai già, se tutto onore ho l'alma. Riccardo Sì, mi fido al tuo bel core. 14 - Aria Pulcheria L'aquila altera conosce i figli se in faccia al sole osan guardar.
E crede allora pronti a' perigli, che possan quegli degli altri augelli pur trionfar. L'aquila altera, etc. (Parte) 15 – Recitativo Riccardo Tutt'i passati affanni or copra oblio; pensi alle gioie sol l'alma felice. Speme del desir mio, vieni a parte del trono; al Regno vieni. Costanza Te più del trono, e più del Regno io bramo. Paga rendermi vuoi? sol dimmi: io t'amo! 16 - Duetto Riccardo e Costanza Riccardo T'amo, sì! T'amo, sì, sarai tu quella solo cara, solo bella al mio guardo ed al mio cor. Costanza T'amo sì! T'amo sì, e più m'appaga ch'aver soglio, ch'esser vaga, se son cara al tuo bel cor. Riccardo, Costanza Te sol bramo, te sol amo, mio diletto, tutto affetto, dolce meta del mio amor. T'amo sì, etc. ATTO TERZO
Scena 1 Campo presso le mura di Limisso
(Riccardo, con spada alla mano, seguito da soldati d'Oronte, ed Oronte che viene con l'esercito inglese al soccorso di Riccardo) 1 – Recitativo Accompagnato Riccardo Perfido Isacio! traditor! tiranno! All'assalto, alle stragi, alla vendetta! Corran sangue le vie, fiamme e ferro distruggan l'empia città! 2 – Recitativo Oronte Dall'avanzate guardie della tenzon l'avviso venne, e pronto al soccorso ero già. Riccardo Prence, ottenuta Costanza era già presso a quella porta, improvviso turnulto sorge, e da mille armati siamo assaliti; i pochi miei seguaci muoiono alla difesa di Costanza e di me. Combatto e strage fo degli infami assalitori. Cresce più che spenta è la turba; i tuoi guerrieri chiamo in aiuto, e mostro il regio impronto; i pochi allor presenti vengono a mia difesa; si combatte: ma, oh Dio! perdo l'idol mio, la mia Costanza rapita è al fine; l'infinita turba col numero e col peso, col valore non già, fuor delle mura ne spinge, e il ponte levator s'estolle. 3 – Recitativo Accompagnato Riccardo All'assalto, alle stragi, alla vendetta, fedeli miei, d'un così vile inganno! Perfido Isacio! traditor! tiranno! 4 – Recitativo Oronte Sire, l'assalto, alquanto tardi: io vado ove son, che i miei fidi guardan nascosto varco in quelle mura onde a te venni. Or or sovra quei merli ventilare il mio candido stendardo vedrassi: impeto allora facciano i forti inglesi; sol Pulcheria co' suoi fidi si salvi, il resto muora. 5 – Aria Oronte Per mia vendetta ancor punito si vedrà l'inganno dal valor, perà quel traditor,
perà quell'empio!. Chi manca altrui di fé, non merita mercé, dia quell'infame cor oppresso dal rigor a i falsi esempio. Per mia vendetta ancor, etc. (Parte) 6 – Recitativo Riccardo O voi, che meco del Tamigi in riva - patria di libertà, virtù, valore - nati, siete alle imprese di giustizia ed onore: seguite il vostro Rè. La prima gloria di nostr'armi nel perfido Oriente sia domar questa rea barbara gente; usate prove de' Britanni sono debellare i superbi, e concedere altrui pace o perdono. Tosto la bianca Siriana insegna vedrem colà, s'assalti il muro allora, acquistatemi un regno, vendicatemi; unite son nostre lodi, il vostro Rè seguite! 7 – Aria Riccardo All'orror delle procelle, al rigor d'avverse stelle, cuori avvezzi in mare e in terra, guerra, guerra! Mia vendetta è il vostro onor. Del combattere la gloria non è in man della fortuna, solo è figlia la vittoria del comando e del valor. All'orror delle procelle, etc. Scena 2 Cambiamento di Scena. Atrio. 8 – Recitativo Costanza Morte, vieni! ma in van ti chiamo, in van ti chiamo, o morte! Sei la fine de' mali, e da me lunge ti vuol mia cruda insaziabil sorte. Morte, vieni! etc. Pulcheria (che entra)
A me nel mio rossore del par che a te nel tuo dolor dovrebbe volger un guardo di pietade il Cielo. Ma del padre i furori certo vedran la figlia degli avi augusti imitatrice, in breve calcar l'orme d'onor, ch'egli ha smarrite. Torno sola a Riccardo, e prigioniera vado ostaggio per te; se il fiero Isacio a te sarà crudel, tale a me ancora sarà: vedrà la figlia, d'alma onorata e forte, gir teco incontro alla medesma sorte. Costanza D'intrepida virtude illustre esempio, fida Pulcheria! Ma diversa, oh quanto, è nostra condizione! A un Rè cortese tu torni, e in preda io resto d'un tiranno. Pulcheria Ma in lui meno possente creder non posso la pietà paterna d'un cieco furioso ingiusto ardore. Costanza Propizio arrida il Cielo all'armi del mio Rè! Vo' allor, ch'il mondo la gratitudin mia al tuo bel cor venga altamente espressa. Pulcheria Premio d'opra d'onore è l'opra istessa. 10 – Aria Pulcheria Quell'innocente, afflitto core, fedele amor, gentil beltà accendon sempre le più bell'alme di dolce ardore e di pietà. Forte all'onore, fida all'affetto, per te amorosa, l'alma pietosa sempre sarà. Quell'innocente, afflitto core, etc. (Parte) 11 – Recitativo Accompagnato Costanza Alto immenso poter, dal cui sol cenno furon tutte create, e tutte ognor dipendono le cose, deh, per gloria maggior di tua potenza, proteggi la giustizia e l'innocenza! (Entra Isacio.) 12 - Recitativo Isacio Ingiustizia e furore dar' moto all'opre mie, tu credi, o bella, e pur forzate in me son dall'amore. Ei benda gli occhi miei, l'orecchio ei chiude, onde il giusto io non vegga, la ragion non ascolti. Avriami invan mandato un tanto bene fortuna amica, se il perdessi così? E regno e soglio t'offro anch'io. Costanza Ciel! che ascolto! Isacio Io vo' perire, ma perderti, mio ben, no, che non voglio. Costanza Promessa, e in sante leggi unita altrui, ascoltar m'è vietato i cortesi tuoi voti. Isacio Ancor non sei moglie a Riccardo; ma la forza sola deciderà. Costanza Deh! alla ragion ti rendi, per tua gloria maggior! Isacio La gloria mia fia posseder tanta bellezza. Oltraggio non temer dal mio amore! Il premio esser tu dei del vincitore. Berardo (che entra) Dall'alta rocca avvicinar si vede a tue mura l'esercito Britanno. Sire, la pace è in mano tua. Isacio Vo' guerra! la pace è figlia del timor. Mia bella, perderti è più che morte, e cederti è viltà. No, pria si mora; me impavido feriscan le ruine, se l'orbe infranto sprofondasse ancora. 13 – Aria Isacio Nel mondo e nell'abisso io non pavento tutto l'orror che mai possa inventar il ciel, la terra e il mare. No, perdere non vo' il mio contento; se mia tu non sarai, d'altrui non ti vedrò nel mio penare. Nel mondo e nell'abisso, etc. (Parte) 14 – Recitativo Berardo Pulcheria vuol, che seco a Riccardo io me n'vado; il tuo comando me il concede, o Regina! Costanza O mio fedele! vanne, la scorgi, ed al mio Rè dirai, quanto amor, quanto onore ha Pulcheria per noi; se poi ti chiede, per tema del tiranno, del mio amor, di mia fede, di' all'amato consorte, che un dì questi m'avrà: Riccardo o morte. 15 – Aria Costanza Bacia per me la mano dei caro idolo mio, digli, che per lui moro e son contenta. Dirai, ch'è la mia pena il non vederlo, o Dio! ma che la pena sua più mi tormenta. Bacia per me la mano, etc. Scena 3 Cambiamento di Scena. Il muro di Limisso assalito, che cadrà a colpi d'ariete. Bellicosa Sinfonia, mentre s'avanza l'esercito.
16 – Aria Riccardo Atterrato il muro cada, poi crudel l'ultrice spada empia tutto di stragi e d'orror!. (Il muro cade, e vedesi per la breccia Isacio alla testa de' suoi soldati, che con la spada nella destra tiene Costanza con la sinistra.)
17 – Recitativo Isacio Arrestati, Riccardo, o qui la sveno! Riccardo Mostro di crudeltà! Pulcheria Sire, in vendetta me uccidi ancora, eccoti aperto il seno! Isacio Che miro! ah figlia rea! Pulcheria Padre, non voglio al tuo gran disonore sopravviver, né pure un sol momento. Costanza è di Riccardo: a lui la rendi! Riccardo L'assalto cesserà. Costanza
Pietate, o Cielo! Isacio No! Costanza cadrà vittima al mio irritato furor, se un passo solo all'assalto si move. Pulcheria (dà di piglia alla spada d'uno de'soldati) Ah dispietato! tuo proprio sangue mira fuggir con l'alma dal mio sen trafitto, pria che tu versi l'innocente sangue della regal Costanza. Costanza Ah no! Riccardo T'arresta, o di vil padre generosa figlia! Isacio No! la figlia rubelle lascia che paghi il fio del suo delitto. Ma Riccardo non parte? Il colpo io vibro. (Entra Oronte con soldati.)
Oronte Empio, perisci tu! Isacio Ciel! son tradito. (fugge) Oronte L'inseguite, o miei fidi! cada la turba vil preda di morte. Riccardo Facciasi strage sol di chi resiste. Vieni, Pulcheria! Pulcheria Vincitor pietoso sarai! Riccardo Per propria gloria. Pulcheria A Costanza! Riccardo Al mio bene! alla vittoria! 18 - Coro Alla vittoria! Scena 4 Cambiamento di Scena. Sala. 19 – Recitativo Costanza Dal passato spavento ancor non ponno lo scampo e la vittoria ricovrarmi. Berardo Tutto è sicuro, tutto è vinto: in breve, avvinto da catene, a' piedi tuoi supplichevol vedrai l'empio tiranno, nella rocca ei fuggì; ma al forte assalto de' Britanni guerrieri il tutto cede. Pulcheria (che entra) Assalita è la rocca, e la vittoria certa saranne; salvo Isacio io spero, lo spero sì dal vincitor tuo sposo, da te lo spero ancor. Costanza La tua speranza certa è del par che la vittoria; io stessa andrò per te, fida Pulcheria, incontro al Rè vittorioso, a implorar il perdono; perder non devi e padre, e trono, e sposo. 20 – Aria Costanza Il volo così fido al dolce amato nido quell'augellin non ha, no, no. Come al tuo nobil core quest'alma, tutt'amore, sempre fedel sarà. Il volo così fido, etc. 21 – Recitativo Pulcheria Pietoso Ciel, tu m'ispirasti sempre l'orme seguir della virtude invitta; questa, fra gran perigli e avverse sorti, a vera pace in fin l'alma conduce. Oronte (che entra) Liete nuove, idol mio! persa è la rocca, Isacio alfin si rese, e il gran Riccardo estinse l'ira e perdonò l'offese. Pulcheria Andiamo incontro al vincitor cortese. Oronte Egli alla reggia viene, e a te mi manda, per tuo conforto pria ch'ei venga a te. Pulcheria Gioisci, anima mia! 22 – Aria Pulcheria Tutta brillanti rai per lungo scintillar, fuor d'agitato mar mi scorge al caro lido amica stella. Mi scordo ogni rigor, e il guardo e l'alma ancor io volgo a quella. Tutta brillanti rai, etc. (Partono tutti.)
Scena ULTIMA Cambiamento di Scena. Colonnato. 23 - Marche 24 - Recitativo Riccardo Generosa Pulcheria! fu la vita d'Isacio a te concessa. Or questo regno, mia conquista, io voglio che te acclami sul trono, e tu a parte del soglio chi più t'aggrada avrai; sarà tuo dono. Pulcheria O degno vincitor, cui serva il mondo! Costanza Nella tua contentezza ho il cor giocondo. Pulcheria Ad Oronte or la destra io porgo, e pegno fia, che di Cipro il regal serto gemmato sul crine suo risplenda, poi ché mio genitor ceda al suo fato. Oronte Or propizie mi son le amiche stelle! Riccardo Voi coronate, o belle, e di mirto e d'allor la mia vittoria! (a Costanza) A te, mia cara, io giuro eterno amore; (a Pulcheria) a te, mia fida, un'amistà sincera. Resta a bramar sol poi, che lungo il Ciel conservi i doni suoi. 25 – Aria Riccardo Volgete ogni desir, bell'alme, a sol gioir! Diviso il cor sarà: (a Pulcheria) per te, tutto amistà, (a Costanza) e tutto amor per te. (a Pulcheria) E so, che tuo bel cor, (a Costanza) e tua costanza ancor amano tal mercé. Volgete ogni desir, etc. 26 – Recitativo Oronte Spargansi pur d’oblio E gli affanni e le offese Se il Ciel propizio è all’onorate imprese. 27 – Coro Finale La memoria dei tormenti, Spar’ai venti, Svanirà nell’alto mar… . E soavi dolci affetti, Bei diletti, Faran l’alme in sen brillar. La memoria dei tormenti, etc.
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