251_del_25_settembre_2002.pdf

1. Approvazione Verbale n.250 del 23 luglio 2002 ; 2. Comunicazioni; 3. Biblioteca dell’Area Letteraria, Storica, Filosofica; 4. Proposta di nomina ad emerito del prof. Benedetto Ristretto ai rappresentanti ricercatori
6. Ratifica designazione membro di competenza della Facoltà per la procedura di valutazione comparativa per 1 posto di ricercatore per il settore M-STO/04 (G.U. 16/07/2002); Ristretto ai professori associati
7. Chiamata di idoneo, in servizio presso la Facoltà, a Ristretto ai professori ordinari
8. Chiamata di idonei, in servizio presso la Facoltà, a 9. Proposta di emissione bando per procedura di valutazione comparativa per un posto di professore ordinario per il settore IUS/09 “Istituzioni di Diritto Pubblico" 1. Approvazione Verbale n. 250 del 23 luglio 2002;
Il Verbale della seduta in oggetto viene approvato all’unanimità.

2 dell'O.d.G Comunicazioni;

Il Preside comunica che ha proposto al Prof. Verucci, il quale ha accolto l'invito, di tenere la prolusione inaugurale dei corsi della Facoltà per l'a.a. 2002/03. Il Preside esprime la gratitudine personale e della Facoltà. Il Preside dà lettura di una nota del MIUR relativa alla composizione delle commissioni per la conferma in ruolo di docenti e ricercatori. Il Preside comunica che le delibere della Facoltà relative all'incentivazione delle mobilità docenti sono state accolte e rese operative. Il Preside comunica che l'Ateneo ha stipulato una convenzione con l'Università S. Pio V per collaborazione scientifica, didattica e informativa. Il Preside dà conto del positivo rapporto redatto dall'associazione delle Università Europee sul nostro Ateneo a seguito di una serie di ricognizioni effettuate da un' apposita delegazione. Il Preside informa della recente apertura presso la sede della Facoltà ad opera dell' ADISU di un "Focal Point" per l'erogazione di servizi agli studenti. Il Preside informa che presso la sede della Facoltà verrà installato, quanto prima, uno sportello Bancomat. Il Preside informa che si vanno verificando frequenti furti di autovetture e a danno di autovetture parcheggiate nella sede della Facoltà. In attesa che siano rafforzate le misure di Vigilanza, il Preside invita alla prudenza. immatricolazioni e i risultati di una ricognizione sui crediti maturati dagli immatricolati all' a.a. in corso fino al 31/07/02. Il Preside dà informazioni dell'intervenuto Decreto Legge che consentirà l'erogazione degli aumenti stipendiali dal 1/09/02 cui altrimenti l'Amministrazione non avrebbe potuto provvedere per il corrente anno. Il Preside comunica che il S.A. ha deliberato, per l'a.a. 2002/03, l'attivazione richiesta dalla Facoltà di 8 lauree specialistiche, che elenca. I referenti sono stati riuniti per considerare l'organizzazione delle attività didattiche che saranno comunque avviate nel secondo semestre. Il Preside comunica le date per le votazioni dei membri per le commissioni delle procedure di valutazione comparativa terza tornata 2002. Il Preside esprime viva soddisfazione per l'eccellente lavoro che si sta compiendo per l'orientamento delle matricole. A riguardo, ravvisa l'opportunità che con l'a.a. 2003/04 siano definitivamente superate alcune incongruità nella formulazione delle titolazioni dei corsi così come risultano dalla Guida per l'a.a.2002/03 in distribuzione. Il Preside chiede di inserire all'O.d.G un punto 4 bis Applicazione del DM 26/01/2001, n. 13, riguardante
incentivi alla mobilità di studiosi stranieri: proposta di stipula
di contratto. Considerato il voto contrario della Prof. Pisano,
la richiesta non viene accolta.



3 dell'O.d.G Biblioteca dell’Area Letteraria, Storica,

Filosofica;
Il Preside dopo aver dato lettura di una nota del Prof. Lanzillotta, con la quale si informa della acquisizione del Fondo Ferrabino e della sua collocazione a Villa Mondragone (all.to 1) e aver espresso a riguardo perplessità, cede la parola al Prof. Borghero: "Intervengo sulla situazione della Biblioteca e non
sulla notizia dell’acquisizione da parte dell’Università del fondo Ferrabino e sulla sua collocazione nella sede di Villa Mondragone, comunicata ora dal Prof. Lanzillotta. Naturalmente sono compiaciuto dell’acquisizione di questo fondo bibliografico da parte della nostra Università, ma ritengo di dover fare osservare ai colleghi come difficilmente possa essere considerata a vantaggio della Facoltà un’iniziativa personale della quale non sono stati avvisati preventivamente né il Preside né il Presidente della Biblioteca. Inoltre temo sia concreto il rischio che i libri acquisiti restino per molti anni non catalogati e indisponibili per gli studiosi. Per quanto concerne la Biblioteca, c’è poco da aggiungere sul punto dolente dell’arredo. Abbiamo appena sentito il Rettore garantire che la gara per gli arredi sarà presto conclusa e che a novembre la Biblioteca sarà completamente arredata. Naturalmente speriamo tutti che questa volta il termine indicato sia rispettato, ma deve essere chiaro che, una volta collocati scaffali e tavoli, bisognerà aspettare ancora per l’apertura. Infatti occorrerà completare la cablatura per i tavoli (richiederà da una a due settimane) e poi fare il trasloco dei libri dai magazzini alla Biblioteca e disporre i libri negli scaffali secondo la loro collocazione. Ricordo che stiamo parlando di circa 100.000 volumi e che perciò quest'ultima operazione richiederà circa un mese di lavoro. Il personale, come tutti sapete, si è molto prodigato in occasione della prima fase del trasloco e certamente sarà altrettanto disponibile adesso, ma questi tempi non mi sembrano comprimibili. Perciò l’apertura completa della Biblioteca, se gli arredi saranno montati a novembre, non potrà avvenire prima di gennaio 2003. Naturalmente stiamo lavorando da tempo a predisporre la collocazione dei volumi negli scaffali e a preparare il materiale informativo per gli utenti, contenente tutte le indicazioni utili sull’apertura, sul funzionamento dei servizi, sulle sezioni della Biblioteca, sulle collezioni e sui diversi fondi bibliografici specialistici, sulle banche dati in linea e in CD-Rom, sui fondi bibliografici specialistici e sui diversi referenti per i vari servizi. In occasione della inaugurazione della Biblioteca presenterò una relazione dettagliata, di cui oggi vorrei però anticipare alcuni punti. Quando sarà completamente allestita, la Biblioteca sarà articolata in tre sedi: la sala di lettura principale, la sala di lettura per la sezione di cinema e l’audiovideoteca. 1) La sede principale della Biblioteca è collocata, come tutti sapete, al piano terra dell’edificio B, dove si trovano anche gli uffici. La sala di lettura, dotata di un sistema di anti-taccheggio già installato, offrirà 188 posti complessivi, di cui 106 cablati (e quindi con la possibilità di collegarsi in rete per l’accesso a internet col proprio portatile, oltre che, ovviamente, con la possibilità di collegare il personal alla rete elettrica) e 82 non cablati (che potranno essere cablati con cavi dal soffitto in un secondo momento). Il totale delle raccolte comprende 95.000 volumi (il 70% costituito da fondi specialistici) ai quali si devono aggiungere le due recenti acquisizioni (per un totale di circa 7.000 volumi) dei fondi Caracciolo e Degani (quest’ultimo potrà essere accorpato al fondo Gallavotti, costituendo nel complesso un importante risorsa per gli studi di filologia classica). La Biblioteca (che sarà aperta dal lunedì al venerdì, come nella vecchia sede, ma con un orario più lungo: dalle 8,45 alle 19,30), sarà tutta a scaffale aperto (tranne le vecchie annate dei periodici collocate nel compact) e comprenderà un’emeroteca (con le annate correnti dei periodici), la sala di lettura, una saletta per le fotocopie, postazioni speciali per non vedenti e per lettori di microforme, e dodici postazioni per la consultazione del catalogo, delle banche-dati specialistiche su Cd Rom, per le ricerche bibliografiche in internet, per i periodici on line. Il servizio del prestito sarà automatizzato mediante l’uso di tesserini magnetici. Naturalmente continuerà il servizio di prestito nazionale e internazionale. 2) La sezione cinema sarà collocata nella sala T 25 dell’edificio A, che funge adesso da sala di lettura provvisoria. È già arredata: ha tavoli con 44 posti, scaffali lungo le pareti ed è dotata di un sistema anti-taccheggio già installato. Comprenderà circa 2000 volumi (i doppi della Scuola Nazionale di Cinematografia) concessi in comodato in seguito alla convenzione stipulata dalla Scuola con l’Università. Sarà aperta con lo stesso orario della Biblioteca e sarà dotata di due postazioni per la consultazione del catalogo e dei Cd-Rom e per l’accesso a internet (attualmente la postazione è una sola). I libri della sezione di cinema potranno essere collocati non appena gli scaffali saranno stati liberati dai volumi che verranno trasferiti nella sala di lettura principale. Contatti in questo senso sono stati già presi con la Scuola di Cinematografia. 3) L’audiovideoteca occupa l’aula P 11, al piano I dell’edificio A. È quasi completamente allestita e potrà essere aperta non appena saranno ultimati i lavori per renderla agibile al pubblico (soprattutto l’apertura delle finestre). Comprenderà 15 postazioni multimediali (10 sono già attive) per la visione e l’ascolto (tv, pc, cd musicali, vhs e dvd) e 5 postazioni per l’ascolto della musica, delle quali una per i dischi in vinile del fondo Pirrotta, una per le musicassette, e tre per l’ascolto di cd musicali, donate dal collega Ziino, che sono già attive e possono essere utilizzate da due utenti per ciascuna. Le attrezzature saranno incrementate da altre cinque postazioni comprendenti anche apparecchiature per la lavorazione di materiale digitale e analogico. Stiamo procedendo a incrementare le collezioni di videocassette, dvd e cd musicali: attualmente sono disponibili poche decine di videocassette, già della Biblioteca, ma le procedure per un primo ordine di 1000 tra videocassette e dvd, sono state avviate. La specificità dell’audiovideoteca impedisce una consultazione a scaffale aperto: perciò la consultazione avverrà su richiesta al personale di sala e, almeno in parte, su prenotazione. L’audiovideoteca sarà aperta, con orario continuato dal lunedì al venerdì dalle 10,00 alle 15,00. Per ora non possiamo fare di più date le carenze di personale. Contiamo quindi di realizzare un insieme coordinato di strutture e di servizi, con apertura alle nuove tecnologie che si affiancano alle funzioni tradizionali e insostituibili della Biblioteca di una Facoltà di Lettere. Tuttavia non mancano i problemi, che ritengo doveroso segnalare già ora alla Facoltà perché i colleghi ne siano consapevoli e possano aiutarci ad avviarne la soluzione. Un primo problema non riguarda specificamente la Biblioteca, ma gli spazi per gli studenti della Facoltà. I gravi ritardi nella consegna degli arredi hanno consentito alla Biblioteca di assolvere una funzione di supplenza, offrendo tavoli e sedie agli studenti che hanno potuto fruirne senza vincoli: studio congiunto, ascolto di musica mentre si legge, accesso con bibite e alimenti ecc. È chiaro che una volta che la Biblioteca sarà in funzione l’accesso alle sale di lettura sarà soggetto ai normali vincoli in uso nelle biblioteche e che pertanto gli studenti richiederanno, giustamente, spazi per continuare a studiare, come fanno ora, in spazi dove siano siano liberi di ascoltare le cassette con le cuffie, di studiare insieme ai colleghi, di conversare ecc. Il problema di spazi di studio e conversazione per gli studenti è dunque destinato ad aggravarsi in tempi molto brevi e richiederà soluzioni adeguate. Per quanto riguarda i problemi più specifici della Biblioteca, non intendo tediarvi con le lamentele sulla carenza di personale. Mi limito a osservare che su un organico di undici dipendenti soltanto il direttore e due dipendenti appartengono al ruolo dei bibliotecari, e che l’accorpamento nella Biblioteca dei centri bibliografici dei Dipartimenti e la distribuzione dei servizi in tre sedi distinte accrescono le esigenze di personale. A partire dal prossimo anno la Biblioteca avrà perciò bisogno almeno di riavere tutti gli studenti part-time assegnati negli anni precedenti (20) e ridotti quest’anno a causa della chiusura. Un nuovo grave problema potrebbe venire in futuro da una ridotta disponibilità delle risorse finanziarie per l’acquisto di materiale bibliografico e di abbonamenti a riviste, che si aggiunge alla cronica limitatezza dei fondi per il funzionamento (venti milioni di vecchie lire all’anno). Negli anni passati abbiamo avuto assegnazioni straordinarie che rivelano la sensibilità del Rettorato per i problemi della Biblioteca di Facoltà: sotto la presidenza della collega Frugoni sono stati acquistati i fondi Maltese e Di Sarra e sono stati espletati concorsi per due unità di personale assistente bibliotecario a tempo determinato (un anno); negli ultimi due anni abbiamo avuto un’assegnazione straordinaria per il funzionamento ed è stato acquistato il fondo Degani. Ma la dotazione ordinaria, aumentata dal 1997 (470.000.000 comprensivi della dotazione per il funzionamento) al 1999 (575.000.000 comprensivi del funzionamento), per poi restare ferma fino al 2000, ha subito nel 2001 una riduzione del 22% rispetto all’anno precedente. Se questo dovesse essere l’effetto non di una situazione transitoria (legata alle ingenti somme necessarie per il trasloco e l’arredo), ma di una difficoltà permanente di bilancio, presto avremo problemi molto seri e non saremo in grado di mantenere il livello attuale di acquisto di materiale bibliografico e di abbonamenti alle riviste. Faccio notare che l’espansione delle discipline e dei settori di competenza della Facoltà impone di acquistare in aree di studio prima trascurate e che la dotazione per il funzionamento è ormai da tempo del tutto inadeguata a fare fronte alle necessità. Ma il problema più grave è quello degli spazi. La dislocazione distinta nelle tre sedi è stata una necessità. Mancano gli spazi per depositi indispensabili per il funzionamento di una biblioteca: occorrerà perciò provvedere subito con un’assegnazione alla Biblioteca d’area degli spazi che si renderanno liberi una volta sgombrate le casse coi volumi attualmente nei depositi sotto le aule a gradoni. Ma, soprattutto, si riveleranno presto insufficienti gli spazi per i lettori e per i libri. La valutazione originaria da parte della ditta concessionaria di una capienza di 200.000 volumi è stata drasticamente ridimensionata dall’Ufficio tecnico dell’Università, i cui calcoli si fermano a 120.000 volumi. La situazione è diventata più urgente a causa di due fatti in sé positivi, cioè il forte incremento degli iscritti alla Facoltà negli ultimi anni e la crescita consistente del patrimonio bibliografico, con le considerevoli acquisizioni di fondi librari fatte durante la presidenza del mio predecessore, la collega Frugoni (Maltese, Ruggeri, Di Sarra, Pirrotta, Moscati, Notarianni), e continuate in questi due anni (Caracciolo e Degani), che si sono aggiunti agli acquisti ordinari (5.000 voll. all’anno circa). Dunque adesso abbiamo 102.000 volumi contro uno spazio che ne può contenere 120.000 e disponiamo di 232 posti di lettura complessivi, sui quali gravano anche le esigenze degli studenti di avere spazi per lo studio con libri propri. Anche non considerando i 2.000 volumi della Scuola di Cinematografia (che sarebbe però auspicabile non fossero dislocati così lontano dal resto della Biblioteca) e tenendo l’audiovideoteca separata (ma anche in questo caso la soluzione ottimale sarebbe quella di avvicinarla alla sede centrale) abbiamo dunque spazio per 3-4 anni di acquisti ordinari, di meno se si acquisiranno nuovi fondi. Si pone cioè fin da adesso il problema di un ampliamento degli spazi, che devono essere contigui all’attuale Biblioteca (quelli dei laboratori sottostanti, previo il loro trasferimento nel piano edificabile dell’ala nord-est dell’edificio A? Un’altra soluzione?). È perciò importante avviare una riflessione per individuare, con l’aiuto di tutti, le soluzioni più adeguate in modo da evitare di trovarci di fronte a una situazione di emergenza che potrebbe essere molto seria". Dopo approfondita discussione, la Facoltà prende atto della relazione del prof. Borghero ed invia lo stesso prof. Borghero e il Preside ad adottare ogni possibile iniziativa atta ad attenuare il disagio degli studenti in attesa che possa essere aperta alla consultazione la Biblioteca d'Area. Il Consiglio fa altresì voto che non appena possibile il Fondo Ferrabino trovi la sua naturale collocazione nella Biblioteca d'Area. Proposta di nomina ad emerito del prof. Benedetto
Marzullo;

Il Preside dà la parola alla prof.ssa Maria Grazia Bonanno perché illustri la proposta di cui all'oggetto: "Tutt'altro che semplice delineare la poliedrica personalità di Benedetto Marzullo, non solo studioso di letteratura greca. La sua bibliografia – dai volumi Il problema omerico (1952; 19722), La Commedia Classica (un'antologia di testi drammatici greci e latini: 1955), Studi di poesia eolica (1958), Menandro, il Misantropo (ed. cr.: 1959), alla revisione delle concordanze omeriche del Prendergast (Iliade) e del Dunbar (Odissea) nonché di quelle aristofanee ancora del Dunbar, all'antologia Frammenti della lirica greca (1965; 19622), alla traduzione dell'intero Aristofane (1968; ultima edizione rivista e corretta, e accompagnata da una nuova intr.: 1982) che gli valse il premio Viareggio, fino al recente I sofismi di Prometeo (1993) – attesta, assieme a una nutritissima serie di articoli scientifici e numerosi interventi giornalistici sui più svariati argomenti anche d'attualità, l'infaticabile e multiforme attitudine produttiva di Marzullo. Da ultimo, alcuni allievi – Angela Andrisano (già laureata a Bologna con Carlo Del Grande e poi assistente di Marzullo, ora associata di greco a Ferrara), il nostro Valerio Casadio, Marco De Marinis (la cui tesi di laurea sulle Nuvole aristofanee fu la prima da me seguita in veste di assistente di Marzullo a Bologna; De Marinis è ora ordinario di teatro al DAMS bolognese), Maria Paola Funaioli (ricercatrice di Filologia Classica a Ravenna); il nostro Lorenzo Perilli; Vinicio Tammaro (mio compagno di Università a Cagliari e lì, come me, ma più giovane di me, allievo di Marzullo; ora straordinario di greco a Bologna) – hanno curato l'edizione degli Scripta minora del Maestro, pubblicandone un'amplissima scelta in due corposi volumi, con un'opportuna catalogazione tematica, che risponde non solo agli argomenti di cui ai volumi sopra citati, ma anche ad altre e diverse istanze di ricerca: Homerica, Lyrica, Comica, Scaenica, Hippocratica, Lexicographica, senza contare le ‘stravaganze’, in senso, naturalmente, pasqualiano. Marzullo fa tuttora parte del comitato scientifico di "Philologus"; ha fondato e diretto i "Quaderni di Filologia Classica dell'Università di Cagliari", rivista continuata da "Museum Criticum" (con effettiva sede prima a Bologna e poi qui a "Tor Vergata") che si è chiusa col numero datato 1997-2000 (Marzullo è uscito dai ruoli dell'Università nel 1998). Quanto al Marzullo accademico, oltre a ricoprire, a suo tempo, l'importante carica di membro del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, è stato l'‘inventore’ del DAMS (1969) sconvolgendo, da accademico, l'accademia bolognese, dove la Facoltà di lettere era, per certi versi, impreparata ad accogliere – su proposta dell'ordinario di greco, un antichista! – le nuove «discipline» (come Marzullo teneva a chiamarle) delle Arti, della Musica, dello Spettacolo, riconoscendone di conseguenza l'ormai acquisito statuto epistemologico: si trattava, insomma, di materie inedite e però degne di riflessione e di studi universitari, non pratiche artistiche, più o meno ‘nobili’, in uso presso le università specialmente statunitensi. Nel 2000 Marzullo è stato appunto insignito dalla Facoltà di lettere di Bologna della laurea honoris causa in DAMS: nella motivazione (che mi sono premurata di leggere: è agli atti del CdF del 7 luglio 2000) non mancano ovviamente gli elogi, peraltro ben motivati e argomentati, anche se (a parte qualche sciatteria di scrittura) l'americanismo theatergoer, in luogo dell'inglese e più aulico theatregoer, e soprattutto il (triviale) refuso Altertumwissenschaft, invece di Altertumswissenschaft, avranno forse fatto un po' soffrire il pur sempre grecista emunctae naris Benedetto Marzullo. Ma torniamo dunque al greco. Dopo Il problema omerico – che, mediante l'applicazione dell'analisi «stilistica» alla formularità (e non solo) della dizione epica, giungeva ad una conclusione che non collimava con quella del pur geniale Milman Parry (convinto dell'esistenza di una prassi orale tradizionale) e mirava invece alla dimostrazione di una consapevole scelta formale e strutturale in continua trasformazione –, gli Studi di poesia eolica (che mi permetto di giudicare l'opera in volume più felice di Marzullo) non solo esentano la dizione di Saffo e Alceo dal cosiddetto «vernacolo eolico», ma riconoscono una Kunstsprache propria ai due autori, la cui poesia appartiene a «una fase avanzata e del tutto vitale di quel processo tradizionale» già rilevabile all'interno dei poemi omerici, con cui i lirici (né soltanto Saffo e Alceo!) non possono non avere un debito appunto ‘tradizionale’ (un obbligo, direi, ‘dialogante’): la dimensione, e la portata, storica di tale persuasiva ipotesi – l'unica in effetti plausibile, ma bisognava escogitarla e dimostrarla sui testi – era di non poco momento, soprattutto (mi si perdoni il bisticcio di parole) nel momento (1958) in cui veniva ‘arditamente’ avanzata: un momento ancora dominato dalla visione idealistica (o postidealistica) di una Scheidung formale, oltre che ideologica, tra lirica ed epos nella letteratura greca. Allo stesso periodo e allo stesso àmbito d'indagine vanno ascritti, tra gli altri, i due splendidi saggi sulla lirica arcaica, l'anacreonteo Afrodite porporina? ("Maia" 1950) e, un po' più tardi, l'archilocheo La chioma di Neobule ("RhM" 1957), che libera definitivamente uno dei più icastici ritratti femminili di tutta la poesia greca (ut pictura poesis) da ogni svenevolezza esegetica postromantica. Il coevo e brillante Strepsiade ("Maia" 1953) insiste invece sul versante del comico, precisamente sull'archaia e quindi, inevitabilmente, su Aristofane, tradotto e interpretato da Marzullo con sensibile attenzione anche all'aspetto strutturale dell'antica commedia attica, ma non tanto alla tradizionale maniera inaugurata dal grande Zielinvsky (pioniere in materia: 1885), quanto perseguendo una ricerca ‘immaginativa’ e più propriamente moderna della funzione della parola ‘scenica’, nonché della ‘coppia’ comica, dell'attribuzione delle battute, del ruolo dell'attore, etc. Perché, come giustamente osserva De Marinis, Marzullo parte da una «idea di teatro» (antico o moderno che sia), alimentata dall'assidua frequentazione delle attuali messe in scena (di drammi classici o moderni che siano): Marzullo è, appunto, un theatregoer. Non a caso, dopo l'uscita del bel libro di Masolino D'Amico, Scena e parola in Shakespeare (1974), due grecisti teatrologi e frequentatori di teatro, Dario Del Corno e Benedetto Marzullo, parlarono, contemporaneamente e allusivamente, di «scena e parola», il primo in merito alle Rane di Aristofane (1986), il secondo con riferimento soprattutto alla tragedia (1986, ma ancora 1988, 1989): sulla ‘parola scenica’ Marzullo ritorna ne I sofismi di Prometeo. E veniamo a quest'ultima opera: ultima per modo di dire, perché Marzullo ha attualmente in preparazione (e già in bozze e non certamente le prime) la riedizione per la Newton Compton del suo Aristofane già tradotto, ma per la prima volta accompagnato dal suo testo greco (di Marzullo, cioè, in quanto editore critico) a fronte. In verità ho detto ‘ultima’ perché il poderoso volume di 683 pagine (indici compresi) a me è parso una sorta di testamento spirituale di chi peraltro è in attesa di lasciare l'Università. Non è qui il caso di entrare nella questione della paternità del Prometeo, per Marzullo assolutamente non di Eschilo (per Di Benedetto, ad esempio, assolutamente di Eschilo): la posizione marzulliana – magari estremizzante, come del resto quella degli ‘eschilei’ troppo sicuramente schierati – non è comunque una novità, come taluno (non ovviamente grecista) ha creduto di dover annunciare per iscritto specie in sede giornalistica: i filologi classici, italiani e stranieri, hanno da tempo dibattuto il ‘caso ’, dilaniandosi al proprio interno. Nuova è semmai l'impostazione del problema, e certamente nuovissima e più che originale è la conclusiva cifra di ‘melodramma’ attribuita alla ‘tragedia’ greca (per gli antichi, va forse ricordato, era di Eschilo) tra le più vive nell'immaginario collettivo dell'Europa classica (e classicistica) e romantica (e postromantica). I sofismi di Prometeo sono un libro difficile, a volte perfino ostico, per così dire ‘labirintico’, da cui si esce (quando si riesce ad uscirne seguendone dunque il percorso) frastornati e felicemente confusi, ammirati e arricchiti per aver come condiviso una vera e sofferta avventura di ricerca (‘rovello’ è parola chiave del lessico familiare marzulliano, parola frequentemente ripetuta dai suoi allievi, quelli il cui inconscio si rivela ancora piuttosto ‘edipico’). Sono in molti a dire di aver letto il libro, ma, mi permetto di credere, sono in pochi a dire, in questo caso, la verità. Naturalmente io l'ho letto tutto e per questa occasione ne ho riletto alcune parti, sempre affascinata ma talora turbata da una intrusa polemica (peccato!) che invade le note, dove non è risparmiato alcun ‘nemico’ o allievo ‘transfuga’. Tra i quali, inopinatamente per me, anche colei che vi parla, mai nominata (per una sorta di damnatio memoriae?), ma facilmente riconoscibile per appartenere agli stigmatizzati praticanti la «neonata disciplina» vale a dire l'‘intertestualità’ (cui ho dedicato un volume, uscito nel 1990, a suo tempo compulsato e lodato da Marzullo). Gli ho risposto garbatamente e ‘allusivamente’ (cioè senza fare il suo nome) in occasione di un convegno cagliaritano sul tema in questione, innanzitutto precisando – qualora ce ne fosse bisogno, dopo i reiterati interventi, ad esempio, di Gian Biagio Conte e Alessandro Barchiesi prima che miei, per limitarci ai classicisti italiani e solo ad alcuni – che l'intertestualità non è, ovviamente, una ‘neodisciplina’ e neppure una disciplina o una ‘corrente di pensiero’, ma un ‘fenomeno’ che può essere osservato e studiato attraverso la conoscenza (diretta) dei testi: un fenomeno già riconosciuto nella pratica specialmente (ma non solo) dalla filologia classica ‘vecchia’ e ‘nuova’, una pratica ‘sublimata’ nell'Orazio lirico e a suo modo ‘teorizzata’ – dopo l'Anspielung di Kroll e taluni cenni di studiosi anglosassoni, come ha notato Alfonso Traina – nel memorabile saggio di Giorgio Pasquali, Arte allusiva (il mio libro s'intitola, appunto, L'allusione necessaria. Ricerche intertestuali sulla poesia greca e latina). Se qui ricordo un episodio marginale (anche per me credetemi), è solo per lumeggiare quello che si suole chiamare ‘carattere’, e che in ogni essere umano, incluso il filologo, non cambia, cristallizzandosi anzi col passare degli anni. Così, se fossi stata tra i curatori degli Scripta minora di Marzullo, gli avrei consigliato caldamente di escludere la polemica sui Maccabei contro Scevola Mariotti (la cui risposta in "RFIC", e non solo a me, è risultata inoppugnabile); e, perché no?, l'avrei pregato di non ripubblicare la nota su Saffo 31, 7 V., primo ‘atto’ di una polemica, questa volta esplicita, tra lui e me, che mi dovetti adattare all'improvvisa circostanza (la mia ultima ‘battuta’, che chiudeva il ‘caso’ con grande sollievo di Bruno Gentili direttore dei "QUCC" ospiti della fortuita querelle, esordiva con la dichiarazione che sarebbe stata davvero l'ultima, poiché non era mia intenzione continuare a polemizzare proprio con Marzullo: il quale però, a tacer d'altro, non mi poteva convincere che la forma verbale πα γεν al v. 572 del canto XI dell'Iliade fosse altro dalla terza persona plurale dell'aoristo [ε]πα γην!). Tutto ciò, che mi ha fatto un po' soffrire, non toglie nulla al fatto che io riconosca di dovere molto a Marzullo e che ne abbia riconosciuto sempre l'intelligentissima verve, non solo di studioso: oggi è l'occasione giusta per esprimergli tutta la mia riconoscenza di allieva, forse quella a lui più cara, la prima ‘vera’ allieva, oserei credere, in ordine di tempo. Per concludere questo, comunque insufficiente, profilo scientifico, accademico, e umano (per il côté sempre e soltanto scientifico e accademico), parlerò tra poco degli interessi lessicografici di Marzullo, inquadrandoli in una piccola storia scientifico-accademica: una ‘microstoria’ che risale al 1961, quando, matricola all'Università di Cagliari, incontrai Marzullo, fresco vincitore della cattedra di Letteratura Greca (contrariamente alle attese dell'incaricato e candidato locale, Anthos Ardizzoni, che passò a Filologia Classica). Non spaventatevi perché sarò il più possibile breve: la ragione del ‘racconto’ che sto per farvi sta nel fatto che questi prossimi minima personalia (secondo una felice formula adottata da Carlo Ferdinando Russo in "Belfagor") sono in realtà uno spaccato di vita universitaria, di quella Università che non c'è più, poiché oggi sta cambiando con una velocità sorprendente, come sempre nel bene e nel male. L'ingresso (1961) all'Università di Cagliari – provenivo dall'ottimo liceo classico Dettori, noto ai ‘continentali’ per essere stato frequentato da Jaime Pintor, un liceo dove il mio stimato e amato professore di greco, Sebastiano Broccia, era libero docente di grammatica greca e latina – fu per me motivo di immediato entusiasmo (avevo con qualche incertezza scelto lettere classiche, dal momento che la mia ‘specialità’ scolastica era sempre stata la matematica). La ‘rifondazione’ del greco in Facoltà era in atto: Marzullo aveva provveduto a scegliersi (così era lecito ai baroni d'antan), tra gli idonei a pari merito nel concorso per un posto di assistente, Enzo Degani, proveniente dall'Università di Padova (dove peraltro aveva frequentato le lezioni dello stesso Marzullo, incaricato di Grammatica greca) e allievo di Carlo Diano, la cui scuola era improntata più che alla filologia stricto sensu, alla letteratura, alla filosofia, alla storia delle religioni. Il destino volle che Degani trovasse proprio a Cagliari, e a fianco di Marzullo, la strada giusta per coltivare il proprio naturale talento, filologico in modo assoluto. Degani si era dovuto stabilire a Cagliari, come ogni assistente a quei tempi (diventando sùbito amico fraterno di Franco Restaino e della moglie Resi), mentre Marzullo ‘pendolava’ da e per Roma, ritornando ogni volta nell'isola munito di nuove e fattive idee. Degani, uno strano veneto, miscredente e ‘rivoluzionario’ come allora usava dire, si rivelò subito a noi studenti un sicuro conoscitore della lingua greca: Marzullo lo definiva scherzosamente non ricordo se «il mio Liddell-Scott» oppure «il mio Kühner-Gerth ambulante». L'entusiasmo in me non era solo motivato dai fervidi studi di greco. Cagliari vantava allora, e negli anni successivi, ma non troppo in là col tempo, docenti quali Ernesto De Martino, Cesare Cases, Giuseppe Petronio, Alberto Maria Cirese, Luigi Rosiello, Gastone Manacorda, i due filosofi torinesi Pietro Rossi e Carlo Augusto Viano (è la ragione per cui Borghero, ora nostro collega, si laureò a Cagliari e si trasferì poi a Torino), Corrado Maltese, Alberto Limentani, Mario Baratto, Carlo Salinari, Nino Borsellino, Cesare Vasoli, Giuliano Procacci, Paolo Spriano, Giancarlo Fasano (cito a caso e in disordine dimenticandone certo più d'uno). Da Marzullo mi fu assegnata la tesi già nel prim'anno di corso, appunto il 1961-62, e mi laureai nel giugno del 1965, dopo aver frequentato, ogni estate e per almeno un mese, le biblioteche degli Istituti di filologia classica di Bonn, Heidelberg, Monaco e Berlino (l'Università tedesca era allora egemone nel campo della Filologia classica e d'estate era comunque popolata di studenti e docenti). Allora non esisteva l'Erasmus o il Socrates, e debbo a Marzullo se la Facoltà cagliaritana contribuì alle spese dei miei soggiorni all'estero (non diversamente che per i pochissimi altri laureandi in greco). Debbo ancora a Marzullo la possibilità di pubblicare un paio di articoli, ancor prima della laurea, su felice combinazione filologica, impersonata dalla ‘coppia’ Marzullo e Degani, mi aiutava a riflettere sul difficile dosaggio, nella pratica, in filologia, di fantasia e insieme prudenza: il filologo deve sapere, secondo Pasquali, che in ogni disciplina «le verità più importanti sono state, prima che dimostrate, intuite fantasticamente». E potei già allora riflettere sul ‘doppio’ significato «assomigliare» e «congetturare» invocato da Diano per il greco eikazein: entrambi i valori, spiega limpidamente Diano, coesistono in Eschilo e si alternano in Erodoto e negli autori del V secolo, perché il «congetturare da» altro non è che un «pensare per somiglianza muovendo da». Per la stessa ragione eikasmos significa «paragone» e nel greco più tardo «congettura» (che implica evidentemente un passaggio ‘inferenziale’). Più che dal punto di vista filosofico, nella fattispecie anassagoreo, l'affermazione di Diano mi illuminava circa il procedimento ‘analogico’ proprio del filologo, capace di storia (Analogia e storia s'intitola un noto e lucido saggio di Luciano Canfora) e di congettura ("Eikasmos" ha appunto chiamato la propria rivista, che ancora continua dopo la sua prematura scomparsa grazie ai suoi allievi, Enzo Degani, allievo di Diano). Seguii Marzullo, un paio d'anni dopo il suo trasferimento a Bologna, e anche dopo Degani, neovincitore di concorso, che Marzullo volle subito accanto a sé. Mi precedette pure l'amico Vinicio Tammaro: il concorso di Degani, difficilissimo, fu vinto sì per il valore del candidato, ma anche per la capacità del commissario Marzullo, che la spuntò a colpi di greco (recuperando l'amicizia di Bruno Gentili altro commissario), mentre chi vi parla fu, a séguito della vittoria, sopraffatta per più di un anno da un ‘esaurimento nervoso’, fors'anche dovuto all'apprendimento di che lagrime grondino e di che sangue le vicende concorsuali italiane. A Bologna, in principio, andò benissimo: i seminari di greco iniziati già a Cagliari (alla presenza di personalità quali Pagliaro e Devoto, per ricordare appena un paio di nomi fra gli ospiti italiani) continuavano alacremente: era ormai di casa il filologo W. Bühler, ugualmente amico di Marzullo e di Degani, e tale restò per sempre, assieme a Ria, sua moglie, bella e brava pittrice (li ho incontrati entrambi, e commossi, a Bologna durante la giornata di studio dedicata dall'Università di Bologna alla memoria di Enzo, circa un anno dopo la sua morte avvenuta il 23 aprile, giorno di Pasqua, del 2000). Tra Marzullo e Degani i rapporti si incrinarono per ragioni anche scientifiche. Assolutamente divergente ormai il loro approccio allo studio della lessicografia, per ragioni metodiche che lo specialista Renzo Tosi (ex allievo di Marzullo, poi sodale anche scientifico di Degani e ora straordinario di greco a Bologna) ha spiegato con competente equanimità nel suo ‘ricordo’, dal titolo Enzo Degani (1934-2000): scienza filologica e storia della filologia, "Paideia" 2001, pp. 169-176 (cf. anche Gabriele Burzacchini, Enzo Degani e la lessicografia bizantina, d'imminente pubblicazione). Da parte mia, schematizzando, direi che, mentre Marzullo privilegiava piuttosto il ‘sistema’, Degani restava pervicacemente ancorato alla ‘storia’ (non a caso il suo testamento spirituale è costituito da un lungo e denso saggio storico non meno che metodologico, intitolato Filologia e storia, con allusivo ‘complimento’ a Pasquali). Allora, al culmine della frattura fra i due (intanto avevo vinto la cattedra di Filologia Classica a Siena e ‘pendolavo’ da e per Bologna), capii che non sarei riuscita, come altre volte, a ‘mediare’ e mi limitai a ribattezzare la brillante formula lessicografica di Marzullo «coppia contigua» in «lotta contigua». A Siena – dove il destino volle che, da un lato, si riflettesse la ‘magia’ cagliaritana, vista la presenza di colleghi quali Fortini, Tronti, Luperini, Prete, Scalia, Previtali, Briganti, nonché di alcuni ‘giovani leoni’ normalisti, e non, come Madrignani, Paduano, Carandini, G. B. Conte, col quale, in particolare, ho conservato un rapporto amichevole (Scorza Barcellona godette un po' dopo di me della stessa compagnia), dall'altro, il comitato tecnico fondatore (Petronio, Cirese e, se mal non ricordo, Ferdinando Bologna) aveva voluto, a suo tempo, una sorta di piccolo DAMS, quindi le materie di cinema (gli studenti fruivano di una ‘vera’ sala cinematografica, dove venivano proiettati da un addetto i film in pellicola), teatro e musica, rispettivamente affidate a Lino Micciché, Franca Angelini e Agostino Ziino – invitai subito Marzullo, che intrattenne fascinosamente studenti e docenti, prima di filologia, poi di ogni possibile materia ‘moderna’, illustrando sia l'importanza del ‘classico’ che il sicuro futuro dei DAMS. Ultima tappa, “Tor Vergata", dove Marzullo fu chiamato (dopo un tentativo fallito, in realtà un torto subito, alla "Sapienza") quale ordinario di Letteratura greca. Per Filologia Classica arrivai poi io, in séguito a una travagliata vicenda che vide in contrapposizione Serrao e me, amici da una vita. La soluzione fu trovata da Fausto Parente che suggerì, per Serrao, una cattedra di Grammatica greca che gli ‘antichisti’ avrebbero dovuto ‘restituire’ a tempo debito. Cosa che puntualmente si verificò proprio durante la mia presidenza del CCL: ne hanno beneficiato gli italianisti destinandola, sagacemente, a una seconda fascia e a un posto di ricercatore. Marzullo non perdonò mai a Serrao (il quale aveva prima inutilmente tentato di ritornare alla "Sapienza", dove era stato assistente volontario di Perrotta), di essersi presentato ‘a sorpresa’, mentre era stato proprio lui, Marzullo, a chiamarlo come incaricato di Filologia a Cagliari, liberandolo dall'insegnamento liceale. E certamente Marzullo soffrì del fatto che l'amicizia tra me e Gregorio col tempo riprese. Non ci fu mai né, credo, ci sarebbe mai stata una vera rappacificazione tra Marzullo e Serrao, malgrado le ripetute e timide avances di quest'ultimo. Come non c'è stato alcun riavvicinamento tra Marzullo e Degani, fors'anche possibile a mio avviso, almeno sul piano personale (non certo su quello scientifico), ma ormai la morte di Degani ha deciso comunque di no. Siamo alla fine della ‘microstoria’: ora che gli allievi di Marzullo qui a "Tor Vergata" sono stati ‘accuditi’ da me, ma non meno da Pretagostini – il pazientissimo Valerio (Casadio), il ribelle Emanuele (Dettori), entrambi recentemente ‘promossi’ a professori associati, il giovane Lorenzo (Perilli), ora ricercatore di Filosofia antica, – spero che, anche grazie al conferimento dell'emeritato che sento di dover chiedere, qui e ora, per lui, Marzullo si persuada, se non altro, della mia affezione alla memoria ‘storica’ (che riguarda la nostra, spesso comune, vita universitaria), ma soprattutto alla memoria più intima, quella legata alla vita vera, quella che «si sconta», come dice il poeta, solo «vivendola», attraversata da solidarietà e rispetto ma pure da incomprensioni e conflitti, che da sempre umanamente si avvicendano. E' normale, ma è anche bene così, a dispetto di ogni ipocrisia sociale e, dunque, anche accademica. In conclusione: la tyche ha voluto che il Dipartimento di discipline classiche – il ‘primo della lista’ e fortemente auspicato da Marzullo sin dalla fondazione della nostra Facoltà (la mancata attuazione fu determinata da motivi personalistici più che scientifici) – sia nato come Dipartimento di Antichità e tradizione classica dopo l'uscita di scena da "Tor Vergata" proprio di Marzullo. Pensando a una dizione meno ‘militaresca’ e più aperta al Fortleben del classico e dunque anche al moderno, ne parlai subito con Scarcia (il Dottorato diretto da Giuliano già s'intitolava "Antichità classiche e loro fortuna") e, dopo una riunione informale di letterati, filologi, paleografi, storici, archeologi, epigrafisti, la formale proposta al CdF si concretizzò, anche grazie alla sensibile attenzione del Preside Franco Salvatori. Era ormai dei nostri anche Roberto Pretagostini le cui sperimentate virtù pragmatiche gli ‘imposero’ di accettare la candidatura a primo Direttore del nostro sospirato Dipartimento. Quanto al DAMS – che la Facoltà aprì, dopo la chiamata di Agostino Ziino, per il settore musicale, ma che oggi rappresenta una realtà più articolata e complessa – non sarebbe certo dispiaciuto che nascesse al fondatore del primo DAMS nell'Università italiana. E' con tale spirito costruttivo, se non inventivo, che, d'intesa col Preside e amico Franco Salvatori, e dopo aver doverosamente informato il mio Dipartimento dell'iniziativa, mi rivolgo alla mia Facoltà perché faccia sua la proposta di emeritato per Benedetto Marzullo: in vista di una concordia mai troppo discors fra noi colleghi, specie fra i più giovani, ai quali in particolare mi rivolgo, perché il futuro della nostra Facoltà è soprattutto nelle loro più duttili mani (più duttili certamente delle mie). Grazie." Il Preside pone ai voti la proposta di nomina del
prof.Benedetto Marzullo a professore emerito: proposta
che viene accolta all'unanimità.

4 dell'O.d.G Varie ed eventuali;

Il Preside informa che il dott.Giovanni Dessì ha richiesto l’autorizzazione a svolgere un incarico retribuito di sessanta ore presso la LUMSA per un incarico di insegnamento su "Storia del Pensiero Politico Contemporaneo" (All.to n.2). Il Consiglio approva all’unanimità. Il Preside informa che il prof.Giovanni Spagnoletti ha richiesto l’autorizzazione a svolgere un incarico retribuito di trenta ore presso la Scuola Nazionale del Cinema per un incarico di insegnamento su "Storia del Cinema" (All.to n.3). Il Consiglio approva all’unanimità. Il Preside informa che il dott. Lorenzo Perilli ha richiesto l’autorizzazione a svolgere un incarico retribuito presso la LUMSA per un incarico di insegnamento su "Storia del Pensiero Scientifico Antico" (All.to n.4). Il Consiglio approva all’unanimità. Il Preside informa che la dott.ssa Mariaelisa Rossi ha richiesto l’autorizzazione a svolgere un incarico retribuito di consulenza presso la Regione Toscana - Servizio Beni Librari per un incarico relativo alla creazione di linee guida per il rilevamento delle provenienze di raccolte antiche (All.to n.5). Il Consiglio approva all’unanimità. Il Preside dà lettura di una nota dell'Amministrazione con la quale si richiede che la Facoltà deliberi circa l'inquadramento della prof.ssa Beatrice Palma su uno dei nuovi settori scientifico disciplinari L-ANT/07 Archeologia Classica, oppure L-ANT/10 Metodologie della ricerca (All. n.6). Il Preside informa che la prof.ssa Palma con sua nota (All. n.7) ha optato per il settore L-ANT/07. Il C.d.F. delibera l'inquadramento sul settore L-ANT/07 Il Preside comunica che il C.d.L in Scienze dell'Educazione e della Formazione in una società Multiculturale per il quale la Facoltà aveva deliberato l'attivazione per l'a.a. 2002/03 nelle due modalità "a distanza" e "in presenza", per l'a.a. sopradetto sarà erogato soltanto a distanza.
Ristretto ai rappresentanti dei ricercatori
6 dell'O.d.G Ratifica designazione membro di

competenza della Facoltà per la
procedura di valutazione comparativa
per 1 posto di ricercatore per il settore
M-STO/04 (G.U. 16/07/2002);

Il Preside comunica che con lettera del 27 agosto 2002 prot. n. 1081/D3.1 (all.to n.8) il membro di cui in oggetto è stato indicato nella persona del prof. Giuseppe Battelli, ordinario per il settore scientifico-disciplinare M-STO/04 presso l'Università degli Studi di Trieste. Ristretto ai professori associati

7 dell'O.d.G Chiamata di idoneo, in servizio presso la

Facoltà, a professore associato;
Il Preside propone la chiamata della dott.ssa Barbara Continenza, che ha presentato domanda (All.to n.9) per la copertura di un posto di seconda fascia per il settore scientifico-disciplinare M08E, ora M-STO/05, ricordando che tale domanda era già stata oggetto di discussione e rimandata a successiva approvazione nel C.d.F. n.243 del 6 febbraio 2002. Dopo breve discussione, considerato il parere favorevole espresso dal Dipartimento di Ricerche Filosofiche (All.to n.10) e dalla Commissione Risorse e Sviluppo (All.to n.11), si passa alla votazione, per ordine inverso di anzianità accademica. Presenti e votanti 64. Maggioranza richiesta 45. Favorevoli 64. Contrari nessuno. Astenuti nessuno. Pertanto il Consiglio all’unanimità delibera di
accogliere la domanda della dott.ssa Barbara Continenza
per ricoprire un posto di seconda fascia per il settore
scientifico disciplinare M08E, ora M-STO/05 (Storia della
scienza e delle tecniche), con decorrenza 1 novembre
2002.

Ristretto ai professori ordinari

8 dell'O.d.G Chiamata di idonei, in servizio presso la

Facoltà, a professore ordinario;
Il Preside propone la chiamata del dott. Tonino Bernardo Griffero, che ha presentato domanda (All.to n.12) per la copertura di un posto di prima fascia per il settore scientifico-disciplinare M07D, ora M-FIL/04 (Estetica), ricordando che tale domanda era già stata oggetto di discussione e rimandata a successiva approvazione nel C.d.F. n.243 del 6 febbraio 2002. Dopo breve discussione, considerato il parere favorevole espresso dal Dipartimento di Ricerche Filosofiche (All.to n.10) e dalla Commissione Risorse e Sviluppo (All.to n.11), si passa alla votazione, per ordine inverso di anzianità accademica. Presenti e votanti 33. Maggioranza richiesta 24. Favorevoli 33. Contrari nessuno. Astenuti nessuno. Pertanto il Consiglio all’unanimità delibera di
accogliere la domanda del dott. Tonino Bernardo
Griffero per ricoprire un posto di prima fascia per il
settore scientifico disciplinare M07D, ora M-FIL/04
(Estetica), con decorrenza 1 novembre 2002.

Il Preside propone la chiamata della prof.ssa Nicoletta Marcialis, che ha presentato domanda (All.to n.13) per la copertura di un posto di prima fascia per il settore scientifico-disciplinare L21Y, ora L-LIN/21 (Slavistica). Dopo breve discussione, considerato il parere favorevole espresso dal Dipartimento di Studi Filologici, Linguistici e Letterari(All.to n.14) e dalla Commissione Risorse e Sviluppo (All.to n.11), si passa alla votazione, per ordine inverso di anzianità accademica. Presenti e votanti 33. Maggioranza richiesta 24. Favorevoli 33. Contrari nessuno. Astenuti nessuno. Pertanto il Consiglio all’unanimità delibera di
accogliere la domanda della prof.ssa Nicoletta Marcialis
per ricoprire un posto di prima fascia per il settore
scientifico disciplinare L21Y, ora L-LIN/21 (Slavistica),
con decorrenza 1 novembre 2002.

Il Preside propone la chiamata del prof. Silvio Pons, che ha presentato domanda (All.to n.15) per la copertura di un posto di prima fascia per il settore scientifico-disciplinare M02B, ora M-STO/03 (Storia dell'Europa Orientale). Dopo breve discussione, considerato il parere favorevole espresso dal Dipartimento di Storia (All.to n.16) e dalla Commissione Risorse e Sviluppo (All.to n.11), si passa alla votazione, per ordine inverso di anzianità accademica. Presenti e votanti 33. Maggioranza richiesta 24. Favorevoli 33. Contrari nessuno. Astenuti nessuno. Pertanto il Consiglio all’unanimità delibera di
accogliere la domanda del prof. Silvio Pons per ricoprire
un posto di prima fascia per il settore scientifico
disciplinare M02B, ora M-STO/03 (Storia dell'Europa
Orientale), con decorrenza 1 novembre 2002.

9 dell'O.d.G Proposta di emissione bando per

procedura di valutazione comparativa
per un posto di professore ordinario per
il settore IUS/09 “Istituzioni di Diritto
Pubblico”

Il Preside introduce il punto in oggetto mettendo in evidenza come l'attivazione dei nuovi corsi di laurea triennale e specialistica richieda un'attenzione specifica per l'insegnamento in ambito giuridico: insegnamento che deve essere traguardato agli obiettivi formativi propri dei vari corsi. Ciò è tanto più vero per il settore del Diritto Pubblico e dei suoi specifici sviluppi nell'ambito dei Beni Culturali. Il Preside riferisce dei suoi contatti con la Facoltà di Giurisprudenza che ha espresso pieno consenso sulle argomentazioni esposte e che, per il tramite del Preside, Prof. Chiomenti, consenziente il Rettore, ha messo a disposizione le risorse finanziare necessarie per l'espletamento di una procedura di valutazione comparativa per un posto di 1° fascia nel settore in oggetto Dopo breve discussione che registra il consenso della Facoltà, il Preside propone che venga richiesto all'Amministrazione un bando di valutazione comparativa per 1 posto di Professore ordinario per il settore IUS/09. Si passa quindi alla votazione, per ordine inverso di anzianità accademica. Presenti e votanti 33. Maggioranza richiesta 24 . Favorevoli 33 . Contrari nessuno . Astenuti nessuno . Pertanto il Consiglio all’unanimità delibera di
accogliere la richiesta di emanazione di un bando di
procedura di valutazione comparativa per ricoprire un
posto di prima fascia per il settore scientifico disciplinare
IUS/09.


Non essendovi altro da deliberare, la seduta è tolta alle
ore 18,00. Verbale redatto, letto e sottoscritto seduta stante. Il Segretario Il Preside (prof. D.Guardamagna) (prof. Franco Salvatori)

Source: http://wwwold.lettere.uniroma2.it/facolta2/guida/download/archivio/2002/251_del_25_settembre_2002.PDF

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